Da McKinsey a Kpmg: i big internazionali al lavoro per Papa Francesco

di Redazione Blitz
Pubblicato il 20 Dicembre 2013 - 13:25 OLTRE 6 MESI FA
 Da McKinsey a Kpmg: i big internazionali al lavoro per Papa Francesco

Da McKinsey a Kpmg: i big internazionali al lavoro per Papa Francesco

ROMA – Da McKinsey a Kpmg “i big internazionali” della finanza e della comunicazione al lavoro per Papa Francesco. “Il che – scrive Gian Guido Vecchi – può apparire strano sotto il pontificato del Papa venuto quasi dalla fine del mondo”.

L’articolo del Corriere della Sera:

Eppure all’origine c’è proprio questo: «Consentire ai principi del Vangelo di permeare anche attività di natura economica e finanziaria», come ha scritto Francesco. La Chiesa «aperta» che deve «curare i feriti» ed è «in cammino» verso le periferie dev’essere credibile. Per questo, proprio alla vigilia del viaggio a Rio de Janeiro, della settimana incentrata sulla «rivoluzione della tenerezza» come un programma di pontificato, Bergoglio aveva istituito a fine luglio una «commissione referente» che risponde direttamente a lui, come quella che aveva già voluto per lo Ior. Solo che il campo di indagine del secondo gruppo è l’intera «struttura economico-amministrativa della Santa Sede». Una commissione composta da otto tecnici, sette laici e un ecclesiastico, incaricata di «raccogliere informazioni» ed elaborare «soluzioni strategiche» per «evitare dispendi di risorse economiche», «favorire la trasparenza» e «assicurare una corretta applicazione dei principi contabili», per arrivare a una «più attenta programmazione delle attività economiche di tutte le Amministrazioni vaticane».

Il Papa vuole che il lavoro sia fatto presto: alla fine sarà lui, con l’aiuto del Consiglio dei cardinali, a decidere. Ma il lavoro è enorme e così la «commissione referente» di laici, presieduta dall’economista maltese Joseph Zahra — si è affidata ai consulenti. Prima ha scelto Promontory group per la verifica dei conti correnti allo Ior e l’analisi della situazione nell’amministrazione del patrimonio Apostolico (Apsa), quindi ha chiesto a Ernst&Young (di cui fa parte l’unica donna della commissione, Francesca Chaouqui) una ricognizione delle «attività economiche» e i «processi di gestione amministrativa» del Governatorato della Città del Vaticano.
E infine ieri, «a seguito di procedura formale di gara e selezione», all’elenco si sono aggiunte altre due grandi società. McKinsey & Company dovrà dare la propria consulenza per «contribuire allo sviluppo — in stretta collaborazione con i responsabili degli uffici interessati — di un piano integrato per rendere l’organizzazione dei mezzi di comunicazione della Santa Sede maggiormente funzionale, efficace e moderna». Mentre il «network internazionale Kpmg» sarà il consulente per «allineare le procedure contabili di tutti gli enti della Santa Sede con gli standard internazionali».
In particolare, il lavoro di McKinsey sui media della Santa Sede — dalla Radio Vaticana all’Osservatore Romano , dal centro televisivo ai siti internet — «inizierà dopo Natale e durerà un paio di mesi», spiega padre Lombardi, portavoce vaticano che è anche direttore generale della Radio. Una consulenza «tecnica», naturalmente, che non riguarda i contenuti ma, «nel rispetto della storia di ognuno», l’organizzazione dei mezzi di informazione. «Si ha fiducia nella competenza professionale dei laici che compongono la commissione e scelgono i consulenti», chiariscono in Vaticano. Fermo restando che, terminato il loro lavoro, l’unico gruppo internazionale che avrà voce in capitolo per consigliare il Papa saranno gli otto cardinali che ha scelto per aiutarlo nelle riforme.