Ignazio Marino disconosce la sua firma sulle note spese

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Ottobre 2015 - 11:41 OLTRE 6 MESI FA
Ignazio Marino disconosce la sua firma sulle note spese

Ignazio Marino disconosce la sua firma sulle note spese (foto da Romafaschifo)

ROMA – Le firme sulle note spese “sono diverse”: sarà questa, scrive Sara Menafra sul Messaggero, la linea difensiva di Ignazio Marino per la vicenda degli scontrini e delle spese personali pagate con la carta di credito del Comune di Roma (quando era sindaco). Secondo Marino, racconta Menafra, “le firme sono diverse l’una dall’altra”.

Scrive Menafra: Saranno le firme «apocrife» il punto principale su cui l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino baserà la sua difesa. E’ la prima valutazione che emerge dal confronto col suo avvocato, il professor Enzo Musco, che ha ricevuto l’incarico giovedì scorso e già in giornata aveva incontrato il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone. L’ipotesi che le firme sui giustificativi di spesa non fossero effettivamente state poste dal sindaco era stata lanciata nei giorni scorsi dal blog Romafaschifo (che da tempo sostiene Marino nelle sue battaglie). Un punto di forza questa tesi ce l’ha: basta dare un’occhiata ai documenti, pubblicati on line dallo stesso ex sindaco, per notare che le sigle, vergate a mano, sono molto diverse l’una dall’altra. Troppo, per essere state poste dalla stessa mano.

E infatti il sindaco ha spiegato a chi gli è rimasto accanto e quindi al suo legale di non essersi mai occupato della procedura per giustificare le spese di rappresentanza pagate con la carta di credito del Comune. Tutto il sistema sarebbe stato organizzato dal capo di gabinetto, Luigi Fucito, e l’ex sindaco avrebbe delegato completamente all’apparato tecnico e, in particolare, alle segretarie. Nulla avrebbe saputo neppure quando lo stesso Fucito, fedelissimo che l’ha seguito dal Senato al Campidoglio, ha cambiato il meccanismo imponendo la firma del sindaco sugli atti relativi alle spese. Anzi, stando sempre a quel che dice Marino, lui stesso non sapeva che fine facessero le ricevute. Ovviamente, questa nuova spiegazione dello scontrino-gate ha fatto infuriare lo staff e il gabinetto del quasi ex sindaco: sulla base delle sue accuse gli stessi che lavoravano con lui notte e giorno potrebbero ora finire indagati per falso ideologico.