Manuela Rosselli: muore dissanguata al Mauriziano di Torino. Aperta inchiesta

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Novembre 2014 - 14:58 OLTRE 6 MESI FA
L'articolo della Stampa

L’articolo della Stampa

TORINO – “Il nome da dare alla bambina che doveva nascere non l’avevano ancora scelto…”. Poi Maurizio Rosselli scoppia in lacrime – scrive Gianni Giacomino della Stampa È il padre di Manuela Rosselli, 40 anni, che era al settimo mese di gravidanza e, l’altro pomeriggio, si è recisa l’arteria femorale dopo essere piombata in una porta vetro nella sua casa di Varisella. Per lei e per la creatura che portava in grembo è stata una disperata corsa contro la morte che si è conclusa poco dopo l’una di notte al Mauriziano di Torino. Niente da fare nonostante una ventina di sacche di trasfusioni e nonostante i medici abbiamo fatto ripartire il cuore della donna per due volte”.

L’articolo di Gianni Giacomino:

«Ci hanno detto che, se si fosse salvata, probabilmente avrebbe tirato avanti in uno stato vegetativo» dice il padre. Ora sulla Rosselli verrà effettuata l’autopsia e i carabinieri della Compagnia di Venaria hanno trasmesso alla Procura tutto il fascicolo relativo alla tragedia. Un atto dovuto. I magistrati potrebbero solo verificare se, dalla prima chiamata al 118 fino al decesso della 40enne, tutti i protocolli siano stati seguiti regolarmente.
L’infortunio
Avviene l’altro pomeriggio quando mancano pochi minuti alle 15. Manuela Rosselli, con il marito Fabio Ghiraldi e il padre Maurizio, sono impegnati in alcuni lavori di ristrutturazione di una casa a Varisella, dove la coppia vive già da qualche tempo. Improvvisamente la gestante inciampa contro un mobile, perde l’equilibrio, non riesce ad aggrapparsi a nulla e piomba contro il vetro di una porta interna, che va in frantumi. Da un profondo taglio, poco sopra l’inguine della gamba destra, iniziano a schizzare fiotti di sangue. La donna ne perderà circa 3 litri. «Abbiamo chiamato tre volte il 118, ma l’ambulanza non arrivava mai – ricorda il genitore – poi è atterrato l’elicottero e mi hanno detto che mia figlia sarebbe stata trasportata alle Molinette». Invece la situazione si aggrava. Manuela Rosselli va in arresto cardiaco e i sanitari optano per una sosta al pronto soccorso di Ciriè. «Dove la paziente è stata rianimata e la ferita tamponata in maniera da permettere il trasferimento nelle strutture specializzate in chirurgia vascolare» spiega Flavio Boraso, il direttore generale dell’Asl To4. «Ma già a Ciriè i medici ci hanno detto che la bambina era persa» rammentano papà e mamma di Manuela.
Due no, poi al Mauriziano
Intanto inizia una corsa contro il tempo per trovare un’équipe di specialisti «vascolari» pronta ad affrontare l’emergenza. Alle Molinette sono impegnati, al San Giovanni Bosco evidenziano che non è il loro turno per le criticità in arrivo dal 118. Alla fine Manuela Rosselli arriva in ambulanza al Mauriziano. Entra in sala operatoria. «All’una e 18 minuti il medico ci ha comunicato che nostra figlia non c’era più – sospira la madre Maria Rosa – che avevano fatto il possibile, ma la situazione era troppo compromessa».
Appassionata di nuoto
Per Manuela Rosselli i fondali dei mari e le corsie di una piscina erano l’habitat ideale. Da tempo la 40enne, originaria di Torino, era esperta in immersioni subacquee ed era insegnante di nuoto. Da una decina di anni lavorava nel settore marketing della Coca-Cola. «È sempre stata una sportiva, una persomo dinamica, solare ed espansiva – dice la signora Maria Rosa – non vedeva l’ora di diventare mamma».