Massimo Ferrero, Il Fatto: “Er mejo gatto der Colosseo si prende la Samp”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Giugno 2014 - 10:42 OLTRE 6 MESI FA
Massimo Ferrero, Il Fatto: "Er mejo gatto der Colosseo si prende la Samp"

Massimo Ferrero (Ansa)

GENOVA – Leggere attentantamente le avvertenze non basterà. I nostalgici di Costantino Rozzi, Franco Jurlano, Luciano Gaucci e Romeo Anconetani si preparino perché un altro Romeo di stampo squisitamente disneiano, Massimo Ferrero, ex organizzatore generale di tanto cinema italiano anni ’70, produttore cinematografico ed esercente (tra le sua sale l’Adriano di Roma), abituato a sentirsi da decenni “er mejo gatto der Colosseo” arriva nel circo per proporsi come domatore. Guidando a fari spenti nella notte, Ferrero si è preso luci, ribalta e Sampdoria.

Ha condotto una trattativa lunga, nascosta, benedetta dall’ormai precedente proprietario Edoardo Garrone: “Una volta dissi che se avesse bussato qualcuno di credibile lo avrei ascoltato. Ferrero lo ha fatto con la discrezione che piace alla mia famiglia” e ora, dopo qualche precipitato gigantismo (per qualche tempo Ferrero fu patron della compagnia aerea Livingston, ma le cose non finirono benissimo) è di nuovo in volo.

Scrive Malcom Pagani sul Fatto:

Presidente della Samp, nel solco geografico di un altro romano come Paolo Mantovani, con un’attitudine dialettica che in breve cancellerà il ricordo delle prodezze di Lotito, De Laurentiis e Cellino. Ferrero ama i proverbi e le metafore. Ai tempi di quelle alate della Livingston omaggiava a modo suo i compagni di viaggio di un’avventura finita fuori pista: “Per me l’aereo è un teatro di posa e il viaggio è un film. Sulle poltrone ci sono coppie alla deriva, amanti, promessi sposi e grandissimi cornuti. Sarò sfortunato ma ultimamente mi capita di incontrare soprattutto quelli”. Ieri, seduto accanto a Garrone, con il fluente capello bianco e lo stesso sguardo spiritato di Schillaci al Mundial ’90, arringava i giornalisti tra commozione e magliette d’ordinanza con il suo nome e il numero preferito dai fantasisti: “Sono un signore che viene dal nulla e ho acquistato la squadra perché dopo la Sampdoria c’è il nulla”. Da presidente fantasioso (è brusco, feroce, leggero come la carta vetrata, decisionista, sui suoi set impone anche l’inquadratura, ma non è uno sciocco ed è sveglissimo) avrà tempo di confrontarsi con Mihailovic e con l’aria che ieri, complice una pioggia inattesa, spazzava la sua città d’origine e le tante terrazze del cinema romano.

LA NOTIZIA dell’atterraggio del marziano nel pallone aveva agitato l’incredulità dell’ambiente di riferimento. Ieri mattina amici, nemici e conoscenti si passavano veline di prima mano ritmate dallo stesso dubbio: “Non può essere vero, è un pesce d’Aprile”. Ora Ferrero, testaccino con un passato umile, profondamente persuaso dai suoi talenti: “Il cinema sono io” li smentisce e si prepara a girare un film tutto suo. Il soprannome “Viperetta” che gli diede la sorella acquisita Monica Vitti: “Diedi uno schiaffo a uno per proteggerla” racconta molto ma non tutto. Il resto bisogna viverlo. Fossimo in Ferrero, ai vertici Sky, imporremmo un sovrapprezzo. Uno come lui, nel dopo gara, non l’hanno mai visto.