Mps, Ustica, Berlusconi e Monti: prime pagine e rassegna stampa

Pubblicato il 29 Gennaio 2013 - 08:54 OLTRE 6 MESI FA

Montepaschi, accusa di truffa. Il Corriere della Sera: “Montepaschi: accusati di truffa l’ex presidente Mussari e l’ex capo dell’area finanza Baldassarri, che «scudò» 20 milioni. No della Banca d’Italia al commissariamento”. Il silenzio sui ministri. Editoriale di Michele Ainis:

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“Gli elettori hanno un difetto: sono curiosi. Vogliono sapere, prima di deporre una scheda nell’urna, quale uso si farà del loro voto. Ma i politici italiani hanno il difetto opposto: sono muti come pesci. O meglio, non è che si mordano le labbra; se è per questo, parlano fin troppo. Però usano parole reticenti sui programmi, silenzio di tomba sui programmatori. Quali facce esporrà la squadra di governo prossima ventura? 
Eppure il dubbio non è di poco conto. Specie con questa legge elettorale, che proibisce al popolo votante di scegliere il popolo votato. Anzi: che gli impedisce perfino di sapere per chi vota, dato che il giochino delle pluricandidature consegna all’eletto il potere di decidere l’eletto. E l’elettore? Da lui pretende un atto di fede, una delega in bianco. Possiamo anche firmarla, ormai ci siamo avvezzi. Possiamo esprimere la nostra preferenza basandoci sulla fotografia del leader, sul suo eloquio in tv, sui suoi motti di spirito. Ma certo non ci spiacerebbe qualche ulteriore informazione. A cominciare dai ministri in pectore, perché no? Dopotutto le idee camminano sulle gambe degli uomini”.

Mps. Trovato sul conto del manager un tesoro di venti milioni. Scrive Fabrizio Massaro:

“Soldi all’estero. Presunte tangenti ottenute dalle operazioni di finanziamento del Montepaschi. Lo scudo fiscale per ripulirle. L’ipotesi investigativa della Procura di Siena, che da mesi indaga su presunte tangenti o «premi» ai manager della banca nell’ambito delle operazioni di tesoreria dell’istituto, ha portato ai primi risultati concreti. Una massa enorme di denaro, circa 20 milioni di euro, è stata rintracciata come possibile provento di mazzette ed è considerata riconducibile all’ex direttore dell’area finanza di Mps, Gianluca Baldassarri”.

Comizi addio? Spostarono voti ma solo fino al ’48. Articolo di Paolo Conti:

“Per capire cosa fosse un comizio nell’immediato dopoguerra (magari può venir utile anche a Mario Monti che ha ammesso ieri a La7 di non «saper bene cosa sia un comizio») e quale complessa macchina organizzativa si avviasse per realizzarlo, basta analizzare il filmato «Togliatti è ritornato» così come appare, in forma integrale, su www.cinemadipropaganda.it, in cui sono congiuntamente confluiti i materiali storici della Dc e del Pci.
È il 26 settembre 1948, al Foro Italico di Roma i comunisti festeggiano il ritorno del loro segretario alla vita politica dopo l’attentato del 14 luglio. L’evento è raccontato puntigliosamente: l’arrivo a Roma di camion e autobus, i treni strapieni, il lavoro degli artigiani e del servizio d’ordine, i cortei per Roma, l’organizzazione dei banchi alimentari, le bandiere, i bambini in fila con i palloncini, gli striscioni ideologici. Un rito complesso. Lungo. Preparato nel dettaglio”.

Una presa di distanza resa obbligata dalle divisioni cattoliche. La nota di Massimo Franco:

“Il modo in cui il cardinale Angelo Bagnasco si sottrae a qualunque sospetto di puntare su un partito non riflette solo la delusione per un panorama politico arretrato. C’è anche la sensazione crescente di rappresentare non tanto un episcopato ma un mondo cattolico diviso, sospettoso e a rischio di strumentalizzazione. Un anno e mezzo di governo di Mario Monti ha segnato il passaggio dal sogno di un ricompattamento dell’associazionismo, alla realtà di una diaspora non pilotata né assecondata: semplicemente subìta, perché questa è la situazione. La prolusione di ieri del presidente della Cei appare come un messaggio a schierarsi solo coi «valori non negoziabili», raccolto prontamente”.

La Repubblica: “Mps, i manager accusati di truffa”. Ustica, 33 anni dopo la prima verità “La strage del Dc9 colpa di un missile adesso lo Stato risarcisca i parenti”. Scrive Alessandra Ziniti:

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“Fu un missile. Trentatré anni di depistaggi, omissioni, morti misteriose, segreti di Stato e inchieste naufragate. Là dove non è mai arrivata la giustizia penale, arriva ora quella civile. A scrivere la prima verità definitiva sul disastro aereo di Ustica che il 27 giugno del 1980 costò la vita alle 81 persone a bordo del Dc9 dell´Itavia in volo da Bologna a Palermo, è una sentenza della Corte di Cassazione che condanna lo Stato a risarcire i familiari delle vittime ma soprattutto mette il timbro sull´ipotesi da sempre seguita dal giudice Rosario Priore: quell´aereo si ritrovò a volare in un vero e proprio scenario di guerra con ben sei aerei della Nato che forse davano la caccia ad un Mig libico con a bordo Gheddafi”.

Lavoro, ecco il piano Monti. La Stampa: “Salari, aumenti al minimo: e l’inflazione cresce il doppio. Il Nobel Krugman: europei, ripartite dall’economia reale”. La nuova fase della salita in campo. Editoriale di Fabio Martini:

“Eora – per la prima volta – il Professore comincia a crederci. Di notte Mario Monti tira tardi, la mattina si mette in movimento alle 6,30, ai suoi ha confidato di essere pronto a «chiudersi due giorni con gli americani» per preparare i duelli tv. Puntando tutto su proposte dettagliate, misurabili”.

Timbuctù liberata Al Qaeda brucia l’antica biblioteca. Articolo di Domenico Quirico:

“Dopo Gao, Timbuctù: un’altra ghiotta preda è caduta nelle mani dei soldati francesi e degli alleati maliani. La regina delle sabbie, con il suo mito secolare e polveroso, è stata liberata dai tecnologici «pioupious» dell’armata inviata da Hollande. È la seconda volta: nel 1894, in tempi esplicitamente coloniali, furono i soldati di Joffre, futuro eroe della Marna. Li accolgono gli evviva degli abitanti neri, esausti per i rigori, a loro estranei, di quasi un anno di sharia, e dei tuareg rimasti, che sperano con l’entusiasmo di evitare le annunciate vendette”.

Il Fatto Quotidiano: “Mps, così Bankitalia ha chiuso gli occhi”. Besame mucho. Editoriale di Marco Travaglio:

“Leggo sul sito di Livesicilia un’avvincente cronaca di Antonio Condorelli sull’assemblea convocata da Mirello Crisafulli nell’auditorium dell’università Kore di Enna per inaugurare la campagna elettorale del Pd che l’ha escluso dalle liste “a tutela della propria immagine”. Il cronista parla di “centinaia di auto incolonnate e decine di manifesti affissi su ogni parete con il suo nome a caratteri cubitali”, e soprattutto del “rumoreggiare di centinaia di militanti ogni qualvolta viene pronunciato il nome Bersani, segretario del partito che ha deciso l’esclusione di Crisafulli” e “dovrebbe chiedere scusa” (Bersani, non Crisafulli). L’altra guest star è Paolo Garofalo, il sindaco: “Io sono diventato militante del Pd perché l’onorevole Crisafulli mi disse che dovevamo fare l’università, il parco tematico e l’aeroporto internazionale”. Ecco, soprattutto l’aeroporto internazionale di Enna: mai più senza. “Noi non ce ne andiamo dal Pd nonostante sia stata mortificata la scelta di 7 mila persone di votare Crisafulli alle primarie. Votare il Pd è un voto utile per Mirello Crisafulli”. Ecco: utile per Mirello. “Le nostre facce possono piacere o meno, ma non siamo abituati a cambiarle”. Ecco: le facce non si cambiano”.

Il Giornale: “Dopo i miliardi ora spariscono i voti”. Si attaccano al duce per oscurare il monte. Editoriale di Vittorio Feltri:

Se la sinistra si è ridotta a polemizzare, e in modo sgangherato, con Silvio Berlu­sconi perché questi ha dichiarato che Be­nitoMussolini è condannabile per aver introdotto le leggi razziali (ed essersi così assog­gettato a Hitler), ma non si può dimenticare quanto di buono fece, significa che la vicenda Mps le ha dato alla testa. È lecito criticare il Cava­liere su tutto, ma non affermare che egli è un peri­coloso fascista e costituisce una minaccia per la democrazia.
Vogliamo dire che il giorno della Shoah non era il più adatto per discettare del Duce, alleato della Germania sterminatrice di ebrei (e non sol­tanto)? Fin qui va bene.Si aggiunga pure che l’ex premier non sempre è aiutato dal senso dell’op­portunità, però bacchettarlo in quanto ha di­chiarato ciò che chiunque non sia in malafede sa, è assurdo, addirittura grottesco: rivela la po­vertà di argomenti dei suoi detrattori, ancora fer­mi all’antifascismo di maniera, un sentimento che non ha più ragion d’essere anche se rispolve­rato dai progressisti ogni qualvolta hanno le idee annebbiate.
È notorio. Il dittatore in camicia nera non veni­va da Marte, ma dal Partito socialista, e fu un grande direttore dell’ Avanti! : lo portò da dieci­mila copie vendute a oltre ottantamila in un an­no. Un uomo di sinistra attento alla questione so­ciale. Non ci si deve quindi stupire se fu lui a fon­dare il welfare : già, la famosa Previdenza cono­sciuta dagli italiani in pensione o in procinto di andarci (chiedere eventualmente informazioni al ministro Elsa Fornero). E l’Opera nazionale maternità e infanzia? Roba sua. E le colonie mari­ne e montane? Idem. E la regolamentazione del lavoro?”.