Olio taroccato nei ristoranti del Parlamento, Matteo Pandini su Libero

Pubblicato il 5 Dicembre 2013 - 11:55 OLTRE 6 MESI FA
Olio taroccato nei ristoranti del Parlamento, Matteo Pandini su Libero

Olio taroccato nei ristoranti del Parlamento, Matteo Pandini su Libero

ROMA – L’olio tarocco, quello con etichetta italiana ma con olive proveniente da chissà dove, è finito anche in Parlamento, nei ristoranti di Camera e Senato, almeno così sostiene il leghista Stefano Candiani. Questo l’articolo di Matteo Pandini su Libero:

Etichetta italiana ma olio straniero. Prodotto con olive coltivate genericamente nell’«Unione Europea» o semplicemente «comunitarie». E che magari provengono dalla Spagna o dalla Romania. È quello che succede al ristorante di Camera e Senato, secondo la denuncia del leghista Stefano Candiani. «Predicano bene e razzolano male» scrive sul suo profilo Facebook, eppure «la tutela della qualità dei prodotti made in Italy è questione seria». E accanto a sei fotografie di un paio di bottiglie di olio – fasciate da chiarissimi richiami tricolori – aggiunge: «Un esempio di inganno è quella dell’olio di oliva, con etichette che lasciano credere che il prodotto sia italiano mentre si tratta di olio fatto con olive scadenti (spesso) di provenienza rumena, spagnola o greca. L’inganno si nasconde dietro la scritta “prodotto con olive provenienti dall’Ue” o “di provenienza comunitaria”».

Quindi, ecco la notizia che non t’aspetti: «Oggi ho controllato l’olio servito al ristorante della Camera e del Senato: indovinate cosa ho scoperto… È olio non italiano, in confezioni ingannevoli». Pochi minuti dopo, Candiani ha pubblicato altre immagini con le etichette più nitide. Sottolineando la scritta «prodotto Comunitario». La faccenda non è rimasta confinata sul social network, perché il senatore leghista ne ha parlato pure in commissione. Approfittando dell’audizione a Palazzo Madama con il presidente dell’agricoltura Ue Paolo De Castro del Pd, Candiani ha spiegato che i prodotti italiani vanno tutelati e non sfavoriti rispetto a quelli di altri Paesi. Ricordiamo che poco tempo fa scoppiò un’altra polemica sul ristorante del parlamento. Un esponente grillino, Luigi Maio, lamentava un congestiona- mento della mensa dei dipendenti di Montecitorio (dove mangiano i parlamentari M5S) mentre il ristorante della Camera restava deserto. Da lì era esploso un dibattito fiume (con alcuni passaggi francamente sconcertanti) e che aveva fatto emergere un’altra notizia curiosa. Nel cuore delle istituzioni d’Italia, riconosciuta nel Mondo anche per la qualità e varietà dei suoi piatti, la mensa è gestita da una ditta… inglese. Una scelta che il parlamentare grillino Luigi Zaccagnini aveva criticato parlando anche di «rischi per la sicurezza nazionale».

isposta dell’azzurro Gregorio Fontana, in qualità di questore: «La ditta titolare della gestione è una ditta che è subentrata a un’altra per una vicenda societaria. Comunque, il punto vero è che noi abbiamo bandito una nuova gara e al 31 dicembre scadrà questo contratto degli attuali gestori. Abbiamo bandito una gara europea secondo quanto previsto dalla legge». Per il ristorante della Casta non c’è pace. Basta ricordare la moltitudine di articoli che contestano i prezzi stracciati del menu, che recentemente sono stati rivisti per renderli un po’ più normali. Ieri, è scoppiata la grana dell’olio «tarocco». Una novità. Candiani ha chiamato in causa direttamente Laura Boldrini e Piero Grasso.