Roma, il grande gelo del Pd su Marino: no all’effetto tasse sulle europee

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Aprile 2014 - 11:30 OLTRE 6 MESI FA
Roma, il grande gelo del Pd su Marino: no all’effetto tasse sulle europee

Marino (LaPresse)

ROMA – Ignazio Marino ha le ore contate? Sembra di sì, anche se il regolamento di conti è rinviato a dopo le europee, secondo una analisi della politica del Pd a Roma e dintorni tracciata da Simone Canettieri per il Messaggero di Roma.

Ignazio Marino, il sindaco diventato un ”caso” per Matteo Renzi, per i parlamentari democrat e per il Pd in quanto partito. Il giorno dopo la «crisi politica innescata dal primo cittadino a un mese dal voto per le europee», è la sottolineatura che fanno tutti con sdegno, l’immagine del chirurgo dem assomiglia a quella di una pallina di un flipper che rimbalza qua e là. E dunque isolato. Chi ha incontrato in Transatlantico Lorenzo Guerini ha raccolto «lo sconcerto» del numero due del Pd, «allibito» dalle mosse del sindaco. Eppure Renzi sia a lui sia a De Magistris aveva mandato a dire «ragazzi, buonini fino al voto perché io su questa roba ci metto la faccia».
I parlamentari romani renziani, quelli più infuriati, pensano senza troppi giri di parole «a una exit strategy». E cioè a ritornare al voto perché «immaginare cinque anni così è impossibile». C’è da capire i tempi e i modi di questo scenario. Alla fine del piano di rientro? Può darsi. Bloccando prima il documento triennale collegato al Salva Roma? Impossibile. Anche se ieri mattina da Palazzo Chigi c’è chi ha raccomandato «maggiore cautela» al sottosegretario all’Economia Giovanni Legnini, regista della cabina che sta affiancando Marino nella stesura del piano di rientro. Tutti i discorsi che nel triangolo Palazzo Chigi-Montecitorio-Nazareno finiscono sempre alla stessa maniera: ne riparliamo dopo le europee, sperando che nel frattempo non ci sia qualche altra fiammata del sindaco.