Vittorio Feltri al Pdl: “Basta beghe tra fal­chi, colombe, polli, tacchini”

di redazione Blitz
Pubblicato il 10 Novembre 2013 - 13:54 OLTRE 6 MESI FA
Camera - Elezione Presidente della Repubblica Italiana

Angelino Alfano

ROMA – Vittorio Feltri si lancia un un sermone domenicale, proprio tipo predica pastorale, indirizzata, dalla prima pagina del Giornale, “ai signori del Pdl” al fine di dire che

“questo è il momento meno opportuno per litiga­re, offrendo agli avversari del Pd il de­stro per mascherare le loro beghe e spacciarle per apprezzabili manifestazioni di de­mocrazia interna. Ma se proprio non possono fa­re a meno di scontrarsi, stavo per scrivere scan­narsi, cerchino almeno di essere utili alla causa di Silvio Berlusconi, se non a quella del partito. Mi scuso con i lettori se anch’io ricorro alle me­tafore ornitologiche, stucchevoli e abusate: i fal­chi, le colombe, i polli e i tacchini finora non han­no ottenuto granché.

Nessuno di essi è riuscito a imporsi, e agli elettori è sfuggito il senso delle lo­ro baruffe. Solo gli addetti ai lavori hanno capito, grosso modo, che le colombe sono più attaccate al governo, e relativi scranni, che non al Cavalie­re; mentre ai falchi preme (a parole) la sopravvi­venza del Cavaliere stesso e se ne infischiano di quella di Enrico Letta. La divisione fra le due categorie di uccelli è pro­fonda e rischia di degenerare in scissione. Scis­sione che a un certo punto sembrava inevitabile.

Poi il pericolo è rientrato, ma non del tutto. Cosic­ché si paventa ancora la possibilità di un improvviso strappo, che sfocerebbe nella nascita di due parti­ti: uno strettamente berlusconiano e l’altro diversamente berlusconia­no, capeggiato da Angelino Alfano o da un suo epigono. Ciò che, sotto il profilo politico, creerebbe gran con­fusione e disorientamento nell’elet­torato di centrodestra, incapace di comprendere chi abbia ragione e chi torto. Di qui il mio consiglio non richie­sto ai volatili in questione: se sono talmente stolti da non riuscire ad an­dare d’accordo, trascurando il co­mune interesse, si separino subito ­prima che sia troppo tardi – a vantag­gio del vecchio leader, colui che li ha tolti dalla gabbia dell’anonimato spingendoli in Parlamento.