Dopo il Covid in calo l’uso di contraccettivi, un ragazzo su quattro non usa il preservativo

di redazione salute
Pubblicato il 14 Marzo 2024 - 14:51
giovani contraccettivi

foto archivio ANSA

Nel periodo post-pandemia da Covid, le abitudini sessuali dei giovani mostrano un calo nell’uso dei contraccettivi, nonostante persista una buona conoscenza del tema. Secondo i dati dell’Oms, l’organizzazione Mondiale della Sanità, relativi alla sorveglianza Hbsc del 2022, nella fascia d’età 13-15 anni, circa il 70% dei ragazzi e delle ragazze utilizzava il preservativo nell’ultimo rapporto sessuale, rispetto all’80-85% registrato nel 2010. Tuttavia, oltre il 90% dei ragazzi partecipanti alle indagini conosce l’importanza del preservativo nel proteggere dalle malattie sessualmente trasmesse e dalle gravidanze indesiderate, che stanno aumentando in Italia.

Piero Stettini, psicoterapeuta-sessuologo e vice presidente della Fiss, la Federazione italiana di sessuologia scientifica, ha evidenziato che la situazione dei comportamenti sessuali degli adolescenti italiani è stata esaminata anche dalla VI rilevazione 2022 del sistema di sorveglianza Hbsc Italia. I dati indicano che il 20% dei 15enni ha dichiarato di aver avuto rapporti sessuali completi, con la maggior parte di loro che ha utilizzato il preservativo come contraccettivo. Tuttavia, una percentuale significativa ha utilizzato altre forme di contraccezione meno sicure.

Le cause di questi cambiamenti comportamentali includono una riduzione dei programmi di informazione sui temi sessuali sia a livello nazionale che nelle scuole, causata dall’attenzione concentrata sulla gestione della pandemia da Covid. Nonostante i giovani sappiano dell’importanza del preservativo, persiste l’atteggiamento di “a me non può accadere”, nonostante l’aumento dei casi di malattie sessualmente trasmissibili come gonorrea, clamidia e sifilide in Italia ed Europa, soprattutto tra i giovani.

Per affrontare queste sfide, è necessario un impegno delle istituzioni nell’educazione sessuale dei giovani. Il lavoro svolto al ministero della Salute per adattare le Linee guida dell’OMS all’ambiente scolastico italiano ha portato alla proposta di “Linee di indirizzo per l’educazione all’affettività, alla sessualità e alla salute riproduttiva nelle scuole”, che forniscono un quadro generale per lo sviluppo di programmi educativi in tutte le fasi dell’istruzione, dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di secondo grado.