Sanità, falsi ticket e cartelle cliniche: danni per 1 miliardo di euro

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Aprile 2014 - 10:15 OLTRE 6 MESI FA
Sanità, falsi ticket e cartelle cliniche: danni per 1 miliardo di euro

Sanità, falsi ticket e cartelle cliniche: danni per 1 miliardo di euro

ROMA – Operazioni di chirurgia plastica spacciate per interventi tumorali, cartelle cliniche falsificate, utilizzo privato dei macchinari medici pubblici, esenzione dai ticket per chi non ne ha diritto e iperprescrizioni di farmaci da parte dei medici di famiglia. Queste le truffe al Sistema sanitario nazionale scoperte dalla Guardia di Finanza e che sono costate allo Stato un miliardo di euro solo nel 2013.

Anche nel 2014, scrive il Corriere della sera, le truffe alla sanità segnano numeri impressionanti:

“E le verifiche dei primi due mesi del 2014 sembrano confermare il trend visto che fino al 28 febbraio scorso sono già state segnalate alla Corte dei Conti 104 persone e l’ammontare delle perdite supera i 150 milioni di euro. Sono decine le tipologie degli illeciti e le più frequenti riguardano gli interventi di chirurgia estetica spacciati per operazioni su gravi patologie, i finti ricoveri di pronto soccorso nelle strutture private, le iperprescrizioni di farmaci”.

Nella relazione della Guardia di finanza si parla di un fenomeno preoccupante e di un serio danno alle casse dello Stato:

“nel 2013 sono stati compiuti 10.333 controlli e 1.173 sono state le persone denunciate per un valore che supera i 23 milioni di euro. Ben più grave il capitolo delle richieste di risarcimento avanzate dalla Corte dei Conti: sono 177 le verifiche, 742 i funzionari pubblici sottoposti a procedimento, un miliardo e 5 milioni di euro il totale delle contestazioni”.

Tra gli escamotage per richiedere rimborsi non autorizzati, c’è quello di far passare per intervento di salute le operazioni di chirurgia estetica:

Proprio “truccando” i referti e quindi «facendo rientrare l’intervento nella categoria autorizzata oppure per la quale è previsto un rimborso superiore al dovuto» sono stati drenati centinaia di milioni di euro alle casse statali. Il caso più eclatante riguarda le operazioni di chirurgia estetica che invece vengono spacciate per interventi su gravi patologie, spesso addirittura tumorali. Le rinoplastiche fatte passare come settoplastica sono certamente frequenti, ma c’è anche chi si è rifatto il seno, le cosce, l’addome sostenendo di essere molto malato, addirittura in pericolo di vita.

E ancora di richiedere rimborsi di day hospital per gli interventi ambulatoriali, falsificando le cartelle cliniche:

“Qualche settimana fa sono stati indagati il primario dell’ospedale Villa Sofia di Palermo e alcuni alti dirigenti del nosocomio proprio con l’accusa di aver falsificato le cartelle cliniche di una decina di pazienti.Tecnica usata per ottenere illecitamente i rimborsi è anche l’attestazione di ricoveri in realtà mai avvenuti oppure gli interventi effettuati in ambulatorio per i quali si richiede invece il rimborso di day hospital”.

Ci sono poi quelli che non pagano i ticket sanitari, presentando false autocertificazioni per ottenere esenzioni che non gli spetterebbero:

“Basti pensare che su 9.936 controlli effettuati, sono state trovate ben 7.972 posizioni “fuorilegge” che hanno provocato un “buco” nel bilancio statale di circa un milione di euro. Vuol dire 8 su 10, quindi una percentuale clamorosa”.

Altra piaga è quella dell’iperprescrizione dei farmaci da parte dei medici di base:

“Storia emblematica è quella di Catania dove si è scoperto che «la emissione di ricette è di 7 punti superiore alla media nazionale senza che questo sia supportato da un quadro epidemiologico tale da poter giustificare l’eccessivo consumo». In cima all’elenco ci sono gli inibitori di pompa, le statine e gli antidiabetici, ma sono decine e decine le confezioni acquistate con l’esenzione senza che i pazienti ne avessero effettiva necessità”.

Poi ancora le finte degenze e i ricoveri prolungati e frazionati per poter ottenere rimborsi maggiori:

 

“Il limite massimo stabilito dalla legge per la degenza parla di 60 giorni, dopo scatta la tariffa più bassa per il rimborso. Ma aggirare l’ostacolo per ospedali e cliniche convenzionate è evidentemente molto facile. Basta “frazionare” il ricovero e per il paziente a carico dello Stato la tariffa rimarrà sempre al massimo. Si tratta di un “sistema” illecito non facile da scoprire che provoca danni da milioni di euro. Prima della scadenza dei due mesi, il malato viene “dimesso” e accettato nuovamente qualche giorno dopo. In realtà in alcuni casi è accaduto che non si sia addirittura mosso dalla struttura”.

E infine si allunga anche la lista di medici che utilizzano privatamente i macchinari comprati dalle strutture pubbliche, come nel caso di un medico in Abruzzo che ha causato danni erariali per 200mila euro:

La magistratura contabile «ha agito nei confronti di un medico, docente universitario, per aver utilizzato privatamente, per alcuni anni, attrezzature diagnostiche acquisite con fondi della Regione e da quest’ultima rese disponibili all’Università de L’Aquila. Il danno complessivo attiene ai profili strettamente patrimoniali, al disservizio arrecato all’Università e all’Asl oltre che al pregiudizio d’immagine per la risonanza mediatica avuta dalla vicenda, a seguito della quale il convenuto è stato condannato anche in sede penale».

Decine e decine di piccole truffe e irregolarità nelle varie Asl italiane, ma che sommate insieme hanno portato un danno da un miliardo di euro per le casse dello Stato.