Calciopoli: spunta Facchetti, ma la Figc aspetta la Procura di Napoli

Pubblicato il 6 Aprile 2010 - 21:28 OLTRE 6 MESI FA

Massimo Moratti

Il polverone sollevato dalle nuove intercettazioni fa gridare a Calciopoli 3, ma la Federcalcio aspetta le mosse di Napoli. Per capire se – ma soprattutto con quali ripercussioni sportive – il governo del pallone aprirà un’inchiesta alla luce delle conversazioni trascritte tra le 15.000 ancora inedite e che tirano in ballo diverse squadre, Inter in testa (tra le nuove compare anche l’ex presidente Giacinto Facchetti, scomparso nel settembre 2006), bisogna attendere l’udienza del processo penale in programma il prossimo 13 aprile nel capoluogo partenopeo.

A Via Allegri stanno monitorando la situazione e il procuratore federale, Stefano Palazzi, che, già in occasione della richiesta di Bobo Vieri di revoca dello scudetto assegnato a tavolino ai nerazzurri, aveva aperto un fascicolo, continua a raccogliere il materiale inerente alla vicenda.

Una cartella che si arricchisce ogni giorno di un tassello, e in cui sono stati messi da parte soprattutto articoli di giornale. Ma non si vuole accelerare l’iter, perchè c’è da vedere se queste conversazioni tirate fuori dai legali di Luciano Moggi nel ‘mare magnum’ delle intercettazioni finiranno veramente nel processo di Calciopoli: di fatto le registrazioni tirano in ballo altri protagonisti del pallone, dal presidente nerazzurro Massimo Moratti al defunto Facchetti, ma che possano realmente essere utili al processo penale in corso, che vede Big Luciano tra i massimi imputati, è tutto da verificare.

Sul piano sportivo certo la Figc dovrà decidere il da farsi: e si susseguono i vertici anche tra il presidente Giancarlo Abete e Palazzi proprio per capire come muoversi.

Di sicuro fino a martedì prossimo (la Federazione sarà rappresentata in aula, in quanto parte civile al processo, dall’avvocato Milella) resta tutto congelato. Insomma la Figc attende le decisioni dei giudici di Napoli nel caso vogliano acquisire queste intercettazioni.

Che è quello a cui punta il pool difensivo di Moggi. Se gli atti verranno acquisiti la Figc aprirà un’inchiesta, ma potrebbe farlo anche nel momento stesso in cui la documentazione diventa pubblica al processo. Sul piano sportivo, però, è difficile che si arrivi a una riapertura vera del procedimento, perchè i fatti dovrebbero essere precedenti al 30 giugno 2005, data limite per la prescrizione sia per i club che per i dirigenti.

Certo è che l’immagine del pallone made in Italy torna di nuovo sotto pessimi riflettori, e piovono veleni su questo finale di campionato. Intanto dal calderone escono altre conversazioni: stavolta protagonista l’ex presidente dell’Inter, Facchetti e l’allora designatore dei guardalinee Gennaro Mazzei.

Il dirigente nerazzurro chiedeva di «scegliere bene» gli assistenti per Inter-Juve del 28 novembre 2004. Facchetti dice «non li devono fare i sorteggi», sollecitando anche che ad arbitrare il match (finito poi 2-2) dovrebbe essere il numero 1, probabilmente Pierluigi Collina.

In ballo c’è poi la questione dello scudetto 2005-06 assegnato dall’allora commissario della Figc, Guido Rossi, su parere di un pool di esperti, all’Inter. I tifosi juventini ne chiedono la restituzione.

Sulla vicenda invita a riflettere Cesare Ruperto, presidente emerito della Corte Costituzionale, l’uomo che emise la sentenza di primo grado (quella della Caf il 14 luglio 2006) del processo sportivo di Calciopoli. «Andatevi a rileggere la mia sentenza…» dice. Una sentenza che nel dispositivo recita: «Non assegnazione del titolo». Un elemento che non può non far discutere, visto che alla luce delle nuove telefonate un certo malcostume era piuttosto diffuso.