Inter, Mourinho: “Sarò allenatore fino al 2012”

Pubblicato il 23 Dicembre 2009 - 19:21 OLTRE 6 MESI FA

«In questo momento sono e sarò l’allenatore dell’Inter perchè, al contrario di quello che si dice, quando ho firmato fino al 2012, io e la società l’abbiamo fatto con la convinzione di arrivare fino al 2012».

Parola di Josè Mourinho, che nella lunga intervista concessa a Sky Sport 24, pronuncia frasi che sembrano un regalo natalizio del tecnico ai tifosi nerazzurri.

Mourinho parla anche dei suoi desideri sportivi per il 2010 che sta per arrivare. «Mi aspetto che l’Inter vinca lo scudetto di nuovo, con difficoltà, però abbiamo dimostrato in questa prima parte della stagione che siamo la squadra più forte – spiega il portoghese – Come sempre, mi aspetto una Champions League pienissima di punti interrogativi, dipende da tante cose. Abbiamo sempre avuto tanti problemi con i giocatori infortunati, però abbiamo sempre mantenuto un grande equilibrio che ha fatto sì che la squadra sia arrivata in questo momento nella condizione di discutere tutto. Per me, come allenatore, il mio anno tipico non è da gennaio 2009 a dicembre 2009 o da gennaio 2010 a dicembre 2010. Il mio anno è da luglio 2009 a luglio 2010».

E ora in Champions ci sarà il Chelsea di Ancelotti. «La cultura del Chelsea è una cultura per cui ogni allenamento è una partita, ogni partita è una partita, ogni avversario è un avversario – dice Mourinho – Uno che arriva al Chelsea porta poco ed è assorbito da questa cultura. E questo per dire che per loro giocare contro la mia squadra non ha nessun significato. Mi guardano prima e dopo la partita come un amico, e come uno che ha vissuto con loro dei grandi momenti. Però, per 90 minuti, non guardano la panchina avversaria, non vogliono sapere chi c’è di là, vogliono lavorare, vincere e basta. E siccome uno dei responsabili di questa cultura sono stato io, io guardo loro esattamente allo stesso modo».

Ma, tornando al clima natalizio, qual è il regalo che Mourinho vorrebbe ricevere da Santon e Balotelli? «Santon inizia a lavorare con noi il primo giorno ad Abu Dhabi – è la risposta – e il regalo che potrebbe farmi è quello di vederlo allenare come si allenava un anno fa. Significherebbe che ha capito per quale ragione la sua carriera si è fermata per qualche mese e che può iniziare nella direzione giusta, così come aveva iniziato prima di essere Santon, perchè prima nessuno sapeva neanche il suo nome. Da Balotelli mi aspetto che lui mi possa dire: “Ho già capito tutto e tu non hai bisogno di perdere più tempo con me”».