Italia e Spagna: bufera per i premi Mondiali

Pubblicato il 7 Giugno 2010 - 09:15 OLTRE 6 MESI FA

Andrès Iniesta

La Federcalcio Spagnola ha fissato, tra le polemiche, i premi in caso di vittoria ai mondiali in Sudafrica.

Le polemiche derivano dal fatto che il premio per la vittoria finale (600 mila euro a testa) è ritenuto eccessivo in un momento di crisi economica mondiale. Gli spagnoli riceveranno i seguenti premi :

Quarti di finale : 60 mila euro ciascuno
Semifinale : 90 mila euro ciascuno
Finale : 120 mila euro ciascuno (in caso di vittoria saranno 600 mila ciascuno)

Stesso orientamento anche in Italia: dopo i tagli agli stipendi di politici e presentatori Rai, ora tocca a quelli dei calciatori. La proposta parte ancora una volta dal ministro Roberto Calderoli che, nel corso di una conversazione con l’ANSA, invita club e Federcalcio a “partecipare ai sacrifici degli italiani di fronte alla crisi” ridimensionando gli ingaggi dei giocatori.

Una proposta “per dare il buon esempio” ma che determina la reazione di mondo politico e sportivo. L’azzurro Angelo Palombo smorza le polemiche: “Ma quali premi – dice il centrocampista della Sampdoria – io pagherei per vincere il Mondiale”. La Figc, già impegnata in una politica di contrazione delle spese, non replica. L’uscita di Calderoli, invece, non sembra piacere affatto al ministro Ignazio La Russa che invita il collega “ad occuparsi di Padania”.

Per l’opposizione quella dell’esponente leghista è solo una boutade per “distogliere l’attenzione da una manovra che colpisce i più deboli”. Secondo Calderoli il mondo del calcio deve “partecipare ai sacrifici degli italiani di fronte alla crisi” e perciò “in vista dei Mondiali” anche la Figc dovrebbe “ridimensionare premi eventuali” ai calciatori. Anzi, spiega, “sarebbe un bel gesto se giocatori e Figc ne devolvessero parte a titolo onorifico”. L’esponente leghista si spinge oltre e sottolinea che “i Cip 6 hanno drogato il mercato”. Il Cip6 è un meccanismo per il quale chi produce energia elettrica da fonti rinnovabili o assimilate ha diritto a rivenderla al gestore ad un prezzo superiore a quello di mercato. E tra coloro che percepiscono gli incentivi ci sono le raffinerie petrolifere. Chiaro il riferimento del ministro al ‘petroliere’ Massimo Moratti, presidente dell’Inter e regista di campagne acquisti miliardarie. Moratti è comunque in buona compagnia: Roma e Sampdoria, infatti, sono in mano a due famiglie legate al mondo del petrolio, anche se le campagne acquisti di giallorossi e blucerchiati non sono paragonabili a quelle dei nerazzurri.

Proprio il riferimento all’Inter non piace al ministro Ignazio La Russa, sfegatato tifoso nerazzurro, che replica seccamente al collega: “Calderoli lo preferisco molto di più come ministro che come commentatore sportivo – dice – anche perché la sua conoscenza calcistica si limita alla vittoria della Padania su non so quale squadretta”. Insomma – aggiunge – “é meglio che Calderoli si occupi della Padania”. Duro il commento dell’opposizione. Per Stefano Fassina, responsabile economico del Pd, se proprio c’é qualcuno che deve “contribuire ai sacrifici che il governo chiede” sono “tutti quei multi-miliardari che giocano o posseggono società di calcio, a partire dal presidente del Consiglio”.

“D’accordo con la moral suasion del ministro Calderoli, come la maggior parte degli italiani”, si dice il presidente dei deputati dell’Idv Massimo Donadi, anche se “si tratta dell’ennesima boutade” per “far dimenticare la manovra”. Renzo Ulivieri, presidente dell’Associazione italiana allenatori, taglia corto: “l’idea è buona, cominci a metterla in pratica Calderoli, rinunciando alle sue indennità “.

“La verità è che siamo un Paese ridicolo”. Pensieri e parole del capitano della Nazionale italiana campione del mondo di calcio Fabio Cannavaro, al termine dell’ennesima giornata di convulse polemiche sugli azzurri. “Quello che è successo durante l’inno ieri sera – spiega Cannavaro all’ANSA – è semplice: stavamo andando fuori tempo, Marchisio in particolare, tra suono della banda e coro del pubblico. Per quello, solo per quello, ci siamo messi a ridere. Quanto a Calderoli, neppure commento. Ribadisco, siamo proprio un Paese ridicolo…”.