La Lazio passa a Bologna, è seconda. Udinese sola al comando

Pubblicato il 23 Ottobre 2011 - 22:44 OLTRE 6 MESI FA

Kevin Prince Boateng (LaPresse)

ROMA –  Udinese davanti a tutti e Lazio subito dietro. I biancocelesti, nel posticipo di domenica sera, vincono facile 2-0 a Bologna, scavalcano Juve e Cagliari, e si mettono subito dietro ai bianconeri.

A Bologna la partita dura poco più di un tempo: la Lazio parte forte, sfiora un paio di volte il gol e poi si trova in vantaggio per un’autorete di Acquafresca che spedisce nella sua porta un cross di Hernanes. I rossoblù provano a reagire, si avvicinano un paio di volte al pareggio. Poi, in avvio di ripresa, la Lazio chiude la pratica con il primo gol biancoceleste di Lulic. Sul 2-0 il Bologna cede e la Lazio controlla agevolmente fino al novantesimo. Per i rossoblù classifica negativa: penultimo posto con soli 4 punti insieme al Lecce.

All’Udinese per trovarsi in testa da soli è bastato fare il loro, ovvero vincere in casa con il Novara. Certo, quando Di Natale è in giornata (due gol e un assist) la vittoria diventa improvvisamente larga e la classifica quella che nessuno si aspettava per una squadra che in estate ha venduto Inler e Sanchez. Per i friulani prova della verità già mercoledì, quando l’Udinese sarà di scena a Napoli.

La squadra di Mazzarri, invece, esce da Cagliari con un  pareggio senza gol dopo la sconfitta interna con il Parma. Pareggio che ovviamente va benissimo ai sardi che si ritrovano, in un campionato senza grandi, con un inatteso piazzamento Champions. Per il Cagliari mercoledì trasferta in casa del fanalino di coda Cesena: prolungare il sogno europeo non è impossibile.

Un punto sopra il Cagliari, al terzo posto, c’è la Juventus di Antonio Conte che perde la vetta per mal di pareggio. Nel posticipo di sabato sera ai bianconeri non è bastata una doppietta di Matri. Col Genoa è finita 2-2: “colpa” dell’airone Caracciolo ma soprattutto colpa di una squadra poco cinica e in grado di riaprire una partita definita “morta” proprio da Conte.

A 11 punti, invece, c’è un gruppo di tre squadre. Del Napoli abbiamo detto. Esce invece tutto sommato bene dal ko del derby la Roma che contro il Palermo soffre ma porta a casa un 1-0 che fa morale e classifica. L’uomo del giorno è Erik Lamela che segna dopo 8 minuti dal debutto e convince. In difesa, invece, la Roma balla ancora troppo e il Palermo divora almeno tre palle gol nitide.

A chiudere il terzetto è il Milan allo stesso tempo convalescente e autore di una piccola impresa. A Lecce i campioni d’Italia giocano due partite diverse: quella inguardabile del primo tempo (3-0 per i salentini) e quella del Boateng show del secondo tempo. Il ghanese si alza dalla panchina, fa tre gol in mezz’ora (il terzo in sospetto fuorigioco), prima che Yepes completi la rimonta. Per Di Francesco & co amarezza facile da intuire: essere avanti di tre gol col Milan capita di rado, buttare una partita così brucia.

A metà classifica galleggiano invece Fiorentina e Catania. La situazione nei due club è però completamente diversa: dopo il 2-2 di Firenze di sabato pomeriggio, i tifosi viola hanno contestato “Mr X” Mihajlovic che tra Cesena e la gara col Catania ha forse buttato via la possibilità di un campionato da protagonisti.  Montella, invece, coi suoi 10 punti, può dormire tra due guanciali.

La Fiorentina, a quota 9, si vede raggiunta dal Siena che in casa liquida 2-0 il Cesena. Segnano Calaiò (migliore stagione in A fino ad ora) e Gonzalez. Per il Cesena, ultimo a due punti, la classifica inizia a farsi davvero troppo allarmante. A chiudere il quadro della giornata è il ko interno del Parma con la sempre più convincente Atalanta. Senza i 6 punti di penalizzazione per il calcio scommesse i bergamaschi sarebbero secondi. Colantuono può consolarsi con gli 8 punti attuali che, oggi, significherebbero salvezza tranquilla.

Infine l’Inter. In casa col Chievo arriva un 1-0 striminzito (stile Ranieri) ma arrivano almeno i punti. Per ora la classifica dice 7: sono pochi, ma, visto il passo delle grandi, rientrare è in teoria ancora possibile.