Pallotta: “Così cambierò la Roma; stadio e new media”

Pubblicato il 13 Dicembre 2011 - 11:24 OLTRE 6 MESI FA

James Pallotta (LaPresse)

ROMA – Lo stadio nuovo, tournee’ in giro per il mondo, il ricorso ai new media. E’ la ricetta di sviluppo di James Pallotta, uno dei soci americani che hanno preso la Roma; anzi, per la precisione quello del quartetto accreditato di un’ascesa veloce in queste ore.

L’intervista concessa al ‘New York Times’ e’ arrivata a poche ore da uno snodo cruciale per la squadra, la sfida alla Juve, e soprattutto a 48 ore dal prossimo consiglio d’amministrazione della Roma; e nel periodo in cui si vocifera di una rapida salita di Pallotta all’interno della cordata statunitense che ha rilevato la scorsa estate, assieme a UniCredit, il pacchetto di maggioranza del club giallorosso.

Smentiti invece i rumors sulle dimissioni del presidente della Roma, Thomas Di Benedetto, che secondo quanto riferito da fonti finanziarie non avrebbe alcun dissidio con UniCredit. Nel cda in programma mercoledi’ prossimo a Trigoria, pero’, dovrebbero lasciare le rispettive poltrone gli altri due soci di DiBenedetto e Pallotta, ovvero Michael Ruane e Richard D’Amore, pur mantenendo le rispettive partecipazioni nella societa’.

Proprio sulla loro sostituzione, si sarebbero create alcune divergenze di vedute tra il presidente romanista e Pallotta. Il cda, infatti, dovra’ rimpiazzarli con il metodo della cooptazione con altri due consiglieri indicati dagli americani.

E la scelta potrebbe ricadere sul “co-managing director” del fondo ‘Raptor Accelerator’ di Pallotta, Mark Pannes, insieme a un altro manager. Insomma, con l’ingresso di suoi uomini di fiducia, Pallotta potrebbe anche assumere il ruolo di socio forte del gruppo americano. Di questo e altro, DiBenedetto e Pallotta starebbero discutendo negli States – e infatti il presidente questa sera non sara’ in tribuna allo stadio Olimpico per la sfida contro la Juventus – in vista dell’imminente cda cui prenderanno parte in conference call.

Oltre all’avvicendamento dei consiglieri, poi, il board dovra’ ratificare le deleghe operative di DiBenedetto come presidente (o decidere magari di redistribuirle tra i membri del consiglio) e indicare i compensi per lui e gli altri consiglieri (tetto massimo complessivo fissato a un milione e 280 mila euro). La riunione infine dovra’ anche convocare l’assemblea chiamata a deliberare il prossimo aumento di capitale.