Scommesse e camorra: 150 partite sospette. Il Napoli nel mirino

Pubblicato il 23 Settembre 2011 - 12:50 OLTRE 6 MESI FA

NAPOLI – Indagini in corso, a Napoli,  su 150 partite di calcio, per la maggior parte di serie minori ma alcune anche di serie A, il cui elenco è stato inviato dall’Agenzia dei monopoli che ha giudicato ”anomali” i flussi di scommesse. A presentare quello che si annuncia come un nuovo filone di calcio scommesse dopo quello scoppiato a Cremona, nella mattinata di venerdì 23 settembre è stato il procuratore aggiunto di Napoli, Rosario Cantelmo, durante una conferenza stampa indetta per spiegare le ragioni di alcuni fermi eseguiti dai carabinieri.

Le partite finite nel mirino della Procura risalirebbero, scrive la Gazzetta dello Sport, alle ultime due stagioni. Il Corriere della Sera, poi, elenca anche alcune delle partite sospette: “Le partite di Serie A oggetto dell’inchiesta sarebbero soprattutto relative del campionato 2009-2010. Tra queste ci sarebbero Chievo-Napoli (1-2), Napoli-Parma, Napoli-Cagliari (0-0) e Napoli-Parma (2-3). Sotto inchiesta anche alcune gare degli Europei del 2008 e partite di basket e pallavolo”.

Cantelmo ha anche riferito che è  in corso una rogatoria con un Paese straniero e altre ne saranno avviate: dalle indagini sarebbero emersi contatti tra i D’Alessandro-Di Martino e alcuni loro referenti in Spagna e Sudamerica. La Direzione distrettuale antimafia, con la procura di Torre Annunziata, sta esaminando il comportamento, definito ”anomalo”, di alcune tifoserie nei confronti di calciatori di squadre minori.  Il sospetto della Procura è che possano esserci contatti con i clan. ”Si nota – ha spiegato Cantelmo – che la criminalità organizzata si fa sentire o addirittura le si chiede di intervenire”, dice Cantelmo.

Tra i fermati, oltre Maurizio Lopez, dirigente nazionale dell’ufficio quote e rischi di Intralot, definito dalla Procura ”persona intranea all’organizzazione”, anche Antonio De Simone, direttore ufficio commerciale Intralot.

Agenzia sospetta anche a Rimini.  Dalle indagini sarebbe anche emerso che il clan D’Alessandro – Di Martino aveva aperto un’agenzia di scommesse Intralot anche a Rimini. L’agenzia non è stata però sequestrata, a differenza di altre due che si trovano a Pimonte e Gragnano (Napoli) perché di recente ha cambiato gestione.

Secondo gli investigatori (l’operazione e’ stata portata a termine dai carabinieri di Torre Annunziata), il sistema di scommesse clandestine consentiva non solo di “ripulire” i soldi del clan, ma anche di trasferire il denaro all’estero provocando un “dissanguamento continuo” delle risorse italiane. Fondamentali sono state le intercettazioni, in una delle quali il sistema e’ definito da uno degli indagati “un pozzo senza fondo”.