Serie A: Inter supera Juventus e si porta a meno due dal Napoli

Pubblicato il 19 Novembre 2017 - 22:54 OLTRE 6 MESI FA
MONTELLA-SARRI

Montella e Sarri nella foto Ansa

ROMA – Campionato italiano di calcio di Serie A, tredicesima giornata.

L’Inter supera la Juve e si porta a meno due dal Napoli capolista

La Juve crolla con la Sampdoria e il Napoli si porta a +4, attuando la prima fuga consistente di un campionato finora equilibrato.

In serata però l’Inter batte l’Atalanta 2-0 grazie a una doppietta del solito Icardi e si mantiene quindi in scia alla capolista, con 33 punti contro i 35 della squadra di Sarri.

Potrebbe portarsi alla stessa quota, quindi a -2, la Roma che ha una partita in meno rispetto al Napoli, intanto la Juventus solo alla fine ha trasformato un clamoroso 3-0 in un meno disonorevole 3-2: è un brutto risveglio che amplifica delle difficoltà finora mascherate dallo strapotere dell’attacco.

Pari deludenti in recupero per Fiorentina e Torino, mentre un gol di Peluso alla fine toglie al Benevento la soddisfazione del primo punto in serie A. Punti preziosi in ottica salvezza per il Sassuolo e per il Genoa che riparte alla prima partita di Ballardini. Udinese ko in casa infine col Cagliari Come previsto, un campo ostico per la Juve, ma una sconfitta così netta era imprevedibile.

La Samp, sempre molto competitiva, contiene all’inizio la Juve che non sfrutta due occasioni con Higuain e Cuadrado. Ma i bianconeri concedono in contropiede campo a Quagliarella che crossa, Bernardeschi respinge male e Zapata di testa anticipa Rugani e insacca. Poi l’ex napoletano sfiora il raddoppio che Szczesny evita con un ottimo intervento.

Entra Dybala e la Juve sembra poter mettere sotto i doriani, che pero’ trovano il raddoppio con un gran tiro di Torreira da fuori area. Poi difesa in bambola e Ferrari sigla il tris su cross di Quagliarella. La Juve ha un tardivo risveglio nel recupero: rigore che Higuain trasforma, poi Dybala trova il 3-2, ma non c’e’ tempo per recuperare gli errori commessi nei 90′ regolamentari.

Per i bianconeri e’ comunque uno stop pesante nell’imminenza della sfida col Barcellona. C’e’ la conferma che la Samp corre con merito per l’Europa League. Chiesa, fresco di rinnovo del contratto, salva la Fiorentina, ancora incompiuta dal terzo ko consecutivo dopo Crotone e Roma.

La Spal e’ determinata e segna meritatamente: palo di Felipe di testa e sugli sviluppo Paloschi segna di rapina. Borriello chiede invano un rigore, poi i viola attaccano a testa bassa e trovano il pari col giocatore migliore della rosa. Ma la squadra resta risucchiata in un grigio centroclassifica.

Molte recriminazioni ma una gara deludente per il Toro che si fa imporre il pari dal Chievo. Veneti meglio all’inizio con palo di Castro e vantaggio di Hetemaj di nuca. Poi i granata si svegliano e trovano il pari con Baselli di testa.

Il Chievo e’ stanco e i granata colpiscono il palo con Iago Falque, poi Belotti sbaglia un rigore che si era procurato tirando addosso all’arbitro.

Bel colpo del Cagliari, che continua giocare meglio fuori che in casa: a Udine conquista tre punti con un colpo di testa di Joao Pedro dopo una dormita collettiva della difesa. Prezioso successo del Genoa che meritatamente vince in casa del Crotone con gol di Rigoni: i rossoblu’ sfiorano poi il raddoppio varie volte.

Nuova beffa per il Benevento che nel recupero perde col Sassuolo. Ancora rimandata la gioia del primo punto in serie A nella gara tra i peggiori attacchi della A.

Per schiodare il risultato ci vuole un errore difensivo mastodontico che permette a Matri di segnare, poi su tiro di Ciciretti Armenteros trova il pari.

Poi rigore per il Sassuolo nel recupero per un mani ingenuo di Costa, ma Berardi ancora una volta sbaglia dal dischetto. Sembra fatta per i campani ma Peluso alla fine trova il gol della vittoria.

I risultati delle partite della domenica

Crotone-Genoa 0-1.
Sampdoria-Juventus 3-2.
Spal-Fiorentina 1-1.
Udinese-Cagliari 0-1.
Torino-Chievo Verona 1-1.
Benevento-Sassuolo 1-2.
Inter-Atalanta 2-0.

Gli anticipi del sabato 

Un sabato di lusso per la Serie A con due anticipi del calibro di Roma-Lazio 2-1 e Napoli-Milan 2-1. La Roma ha trionfato nel derby e ha sorpassato la Lazio in classifica, il Napoli ha sconfitto un Milan sempre più in crisi e ha consolidato il suo primato in classifica.

Il Napoli batte il Milan e consolida il primato in classifica (qui highlights e pagelle)

Torna alla vittoria la capolista e mantiene la vetta della classifica. Nel segno della Var che convalida i suoi due gol, il Napoli batte il Milan pur senza dominare, ma sfruttando il fatto che i rossoneri, nell’arco dei 90′ di gioco, non riescono a creare neppure un’occasione da gol.

L’unica marcatura della squadra di Montella arriva ad un minuto dalla fine con un’improvvisato tiro al volo di Romagnoli da 30 metri, l’unico a centrare lo specchio della porta.

Troppo poco per sperare di fermare la corsa della capolista. Il Napoli nella prima fase della gara non riesce a trovare le giuste misure dell’avversario e soffre la superiorità numerica a centrocampo del Milan che in certi momenti, quando anche Suso arretra a dare una mano ai compagni di reparto, dispone addirittura di sei uomini in quella zona del campo.

La preparazione dell’azione offensiva della squadra azzurra ne risente per l’inevitabile rallentamento nell’impostazione, visto che i rossoneri hanno quasi sempre la possibilità di chiudere le linee di passaggio e di spezzare quindi l’azione.

In questa fase di gioco l’unica possibilità che si offre ai padroni di casa di mettere in difficoltà la retroguardia rossonera è data dal lancio sulla fascia sinistra per Insigne che non è sempre seguito da Borini e che ha più di un’opportunità di penetrare in area di rigore.

Le sue giocate, però, non danno risultati concreti. La situazione cambia ad 33′ proprio grazie ad una incursione di Insigne, lanciato da Jorginho. L’attaccante azzurro si presenta davanti a Donnarumma e lo batte con un tiro che il portiere riesce solo a deviare.

A quel punto il guardalinee, che aveva fatto correttamente concludere l’azione, alza la bandierina per segnalare un fuorigioco che in realtà è inesistente perché Insigne è tenuto in gioco da Romagnoli. Ci pensa il Var ad assegnare al Napoli il gol del vantaggio.

Durante il recupero della prima frazione di gioco Montella sostituisce Suso con Andrè Silva e nella ripresa i rossoneri si presentano in campo con uno schieramento più disposto al gioco offensivo.

Il Napoli potrebbe raddoppiare dopo 3′ con Mertens che arriva da solo davanti a Donnarumma ma si fa respingere la conclusione dal portiere. Da quel momento in poi sono i rossoneri a prendere in mano il gioco e a schiacciare il Napoli nella propria metà campo.

Il torto della squadra di Montella è di non riuscire a raddrizzare la partita proprio in questa fase in cui la supremazia è più continua ed evidente.

Il Napoli, proprio quando sembra sul punto di soccombere, tira fuori le unghie e trova il raddoppio, al 27′, con Zielinski, lanciato da Mertens sul filo del fuorigioco.

E’ ancora una volta il Var a confermare all’arbitro la regolarità del gol degli azzurri. La partita, in pratica, sarebbe finita qui, se non fosse per l’acuto di Romagnoli ad un minuto dalla fine che regala qualche secondo di speranza ai rossoneri ed un po’ di apprensione agli azzurri.

La Roma trionfa nel derby e sorpassa la Lazio

Il derby ‘perfetto’ alla fine sorride alla Roma che in un colpo solo fa sua la stracittadina d’Europa (quello col più alto quoziente di punti), supera i cugini in classifica e annusa l’aria di vertice.

Vincono (2-1) meritatamente i giallorossi scesi in campo con più piglio e una condizione fisica decisamente brillante, mentre alla Lazio stavolta non riesce il ‘giochino’ che a primavera gli aveva spalancato la finale di Coppa Italia. Tardivi i cambi di Inzaghi che dopo aver giocato per un’ora con un abbottonatissimo 3-5-1-1 passa al 3-4-3 quando ormai la frittata era fatta.

Decidono il match il rigore di Perotti e la ‘stecca’ di un redivivo Nainggolan che il derby nemmeno avrebbe dovuto giocarlo: inutile il gol su Var-rigore di Immobile. Forse nel ricordo di Nils Liedholm, nel decennale della scomparsa, Roma e Lazio nei primi 45′ non commettono errori, confermandosi le due squadre forse meglio organizzate di Serie A.

In un Olimpico finalmente sold out e coreografico come non accadeva da anni (e con l’emozionante tributo a Gabriele Sandri, abbracciato dalla stadio intero), la Roma mostra quella voglia, entusiasmo e spinta che dall’altra parte latita. Merito di Di Francesco che ha studiato la partita nei minimi dettagli, imbrigliando il talento di Milinkovic, Immobile e Luis Alberto oggi tra i più sottotono (insieme a Florenzi) tra i reduci delle fatiche post nazionale.

Il tecnico giallorosso sposa l’abituale 4-3-3, recupera Nainggolan (man of the match), con Dzeko a guidare l’attacco insieme a El Shaarawy e Perotti. Tutto scontato sulla sponda laziale, con Luis Alberto accanto a Immobile.

Di Francesco stavolta non cade nella trappola che costò cara a Spalletti e sa di non poter affrontare la Lazio in maniera spregiudicata anche se ha subito un sussulto dopo 1′ con Immobile segna ma il guardialinee alza la bandierina. Sembrerebbe il preludio ai fuochi d’artificio che però non si vedono (al 9′ bella combinazione Florenzi-Nainggolan con belga che si libera col sombrero di Radu ma sbaglia sul più bello, poi al 19′ Dzeko di testa dà l’illusione della rete), con Rocchi attento a tenere in pugno il match (3 gialli per i laziali nei primi 20′).

Lo spartito è bell’e scritto con la Roma a fare possesso e gli ospiti che arginano, pronti a ripartire. Nella prima mezz’ora non succede nulla (nemmeno un corner) e la prima palla gol degna di nota arriva al 35′ con Dzeko che impegna Strakosha. Dopo il primo tempo ‘perfetto’ il canovaccio cambia a inizio ripresa complice uno sventurato intervento di Bastos su Kolarov (3′).

Rocchi non ha esitazioni e senza nemmeno chiedere il Var indica il dischetto: va Perotti e non sbaglia. Al di là dell’episodio, la rete del vantaggio indirizza il match che prende la piega definitiva quattro minuti dopo, con la Roma padrona del campo e Perotti che si accentra , serve Nainggolan che parte sulla destra e con un colpo di biliardo ‘secca’ Berisha, bis del fendente che due anni fa scioccò Berisha.

Un uno-due micidiale che lascia attonita la Nord, così Inzaghi corre ai ripari inserendo Nani (impalpabile) e Lukaku (il migliore dei suoi negli ultimi 20′) per il nuovo 3-4-3, spina nel fianco del lato destro giallorosso.

La Roma però non corre rischi, fino a quando (26′)( un improvvido quanto inutile tocco di braccio di Manolas regala il rigore (stavolta con Var) alla Lazio e riapre i giochi.

Anche Di Francesco corre però ai ripari, arginando un indemoniato Lukaku su uno stanco Florenzi, mettendo dentro i freschi Peres e Gerson (fuori anche El Shaarawy) per la nuova catena di destra che dà i suo frutti fino alla fine, con la Roma che interrompe la striscia di vittorie biancazzurre, mette la freccia e inizia il count down per Madrid (mercoledì c’è l’Atletico nel migliore dei modi).

Classifica e calendario del campionato di Serie A.