Tg1 contro Tg3, Minzolini fa il “pompiere”: “Non abbiamo attaccato nessuno”

Pubblicato il 4 Febbraio 2011 - 19:55 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La polemica tra Tg1 e Tg3 è “inesistente” secondo Augusto Minzolini. Dopo le polemiche seguite all’intervista rilasciata al Tg1 da Silvio Berlusconi (e considerata da più parti troppo “morbida”), il telegiornale ha dedicato un servizio a un’intervista realizzata nel 2007 all’allora premier Romano Prodi: ”Ad essere precisi i colleghi Francesca Oliva e Mario Prignano, a cui va tutta la mia stima, non hanno attaccato il Tg3, ma solo citato un’intervista dell’ottimo collega Terzulli a Romano Prodi. Non vedo lo scandalo”.

”Semmai lo scandalo – aggiunge Minzolini – è che per il Tg1, da mesi sottoposto ad attacchi concentrici fuori e dentro l’azienda (non solo Parla con me come afferma il presidente Garimberti, ma anche Annozero e altre trasmissioni televisive e radiofoniche di diverso tipo ma della stessa area culturale) il presidente della Rai non abbia mai speso una parola”.

”Poco male”, aggiunge Minzolini in una nota. ”Siamo abbastanza forti per difenderci da soli dalle intimidazioni di chi addirittura ci vorrebbe dettare le domande che dovremmo porre a Berlusconi o a Bonanni (siamo arrivati anche a questo)”.

”Il collega Renzulli – continua il direttore del Tg1 – ha intervistato il capo del Governo e la validità giornalistica di quell’intervista è dimostrata dal fatto che il giorno dopo è stata ripresa da tutti i giornali. Eppure Renzulli è stato attaccato da più parti senza che nessuno in azienda sentisse il bisogno di difenderlo”.

”Tralascio i comunicati del cdr del Tg1 che debbo supporre parli per sè – continua Minzolini – visto che emette comunicati senza convocare da mesi uno straccio di assemblea. Non è mio costume polemizzare con altre testate Rai e anche in questo caso non era questa la nostra intenzione, ma nel contempo, sia chiaro, non sono tipo da subire egemonie culturali tramontate da tempo, nè pressioni di regimi o contro-regimi. Il pluralismo dell’informazione si garantisce rispettando le diversità e non tentando di riportare tutta l’informazione ad un pensiero unico (le dichiarazioni degli onorevoli Pardi e Vita ne sono una parodia) troppo debole e troppo lontano dalla società per imporsi”.