Donne e scienza, Amalia Ercoli Finzi, la Signora delle Comete in Mongolia prova di orto su Marte - Blitzquotidiano.it (foto fornita)
Donne e scienza, Amalia Ercoli Finzi, la Signora delle Comete in Mongolia prova di orto su Marte.
Non è un caso se Amalia Ercoli Finzi è stata la prima donna laureata in Ingegneria Aeronautica in Italia, con 100 e lode nel 1962. Classe 1937, ancora oggi non smette di stupire con la sua energia. Collabora con il Politecnico di Milano, ed è conosciuta affettuosamente come “la Signora delle Comete”, per il suo contributo unico alla scienza e allo studio dell’universo.
Quest’anno, riceve a Firenze il Premio Donna d’Eccellenza da AIDDA Toscana, un riconoscimento che celebra una vita intera di conquiste e visione. Ma oltre ai successi scientifici – tra cui il progetto di una sonda spaziale capace di trapanare una cometa – Amalia Ercoli ha sempre avuto un’altra missione: ispirare i giovani, e in particolare le ragazze, a scegliere le materie STEM.
Sposata, madre di cinque figli, nonna di sette nipoti, continua a partecipare a talk show, conferenze ed eventi scientifici, trasferendo a tutti il suo entusiasmo contagioso e la sua mente lucidissima. Tra i suoi progetti attuali, anche l’idea avveniristica di un orto botanico sulla Luna. Per sapere qualcosa di più della sua vita le abbiamo chiesto:
Ci può raccontare come e perché è nata la sua passione per le stelle?
Ero bambina, c’era la guerra e vivevamo da sfollati. Nonostante le difficoltà, ho un ricordo molto vivo: la sera, su un balconcino, guardavo le stelle. Era il mio momento di pace. Le sentivo amiche, giocavo a collegarle tra loro tracciando cammini immaginari che mi facevano volare nell’universo. Quel gesto semplice mi faceva sentire libera, serena. Da allora ho sempre pensato di essere, in qualche modo, figlia delle stelle.
Cosa augura ai suoi nipoti: per esempio, poter fare una crociera su Marte?
Ho 7 nipoti che adoro e che vizio volentieri. Sento il loro affetto e quello che auguro loro è, prima di tutto, la felicità. Se poi riuscissimo ad avere anche un’astronoma in famiglia, ne sarei davvero molto orgogliosa. Forse la mia nipotina Linda lo diventerà: la vedo incuriosita dall’astronomia, la più antica delle scienze… e anche la più affascinante, le auguro un futuro di astronoma.
Come e perché progettare un orto botanico sulla luna?
L’idea di un orto botanico sulla Luna nasce dal sogno – ma anche dalla necessità concreta – di portare la vita umana oltre la Terra. Il vero obiettivo è Marte: la missione dell’ intera umanità, l’unico pianeta potenzialmente abitabile, perché Venere non lo è.
In Mongolia stiamo conducendo esperimenti nel deserto per simulare le condizioni marziane. Ho visto crescere una carota a bordo della Stazione Spaziale, in microgravità: sembrava una pallina con un codino! E questo ci fa capire che qualcosa è possibile: forse davvero la vita. Marte è ben illuminato e, forse, un tempo c’è stata vita: foreste, fiori, come anche i famosi marziani. Ma poi è diventato un pianeta desertico, e ancora non sappiamo perché.
Ha mai pensato di aver vissuto su un altro pianeta forse in una precedente vita?
Sì, a volte ho provato la sensazione di déjà-vu, qualcosa di profondo, ancestrale… Forse il ricordo di una vita precedente. Non so se sulla Terra o su un altro pianeta, ma l’universo è così vasto e misterioso che è difficile escluderlo. Mi sono sempre sentita un po’ figlia delle stelle, come se il mio destino fosse già scritto: probabilmente la mia missione è proprio questa, portare la Terra verso le stelle o le stelle sulla Terra.
C’è un progetto che le sta particolarmente a cuore da poter ancora realizzare?
Il progetto che mi sta più a cuore è la missione su Marte. Ci vorranno due anni per ragioni astronomiche e, una volta arrivati, sarà necessario rimanere lì per mesi. Non si tratterà solo di atterrare: dovremo imparare a vivere su Marte. Mi spiace solo pensare che forse non riuscirò a vedere i risultati di questo sogno – si corregge- ma forse sì, perché credo che siamo eterni e in continua evoluzione con l’universo.
Anche in un’altra dimensione, sono certa che la vita continui, e che avremo modo di esprimere appieno le nostre capacità. Così io anche da lassù, continuerò a dare un’occhiata alla nostra amatissima Terra.
Che ne pensa dell’ Intelligenza Artificiale che da anni viene usata dai pionieri del volo?
L’Intelligenza Artificiale è cosa bellissima. Non la vedo come uno “spauracchio”: sarà un “servitore fedele” ma solo per chi la saprà usare perché l’IA ha bisogno di essere “guidata”. Non dobbiamo avere paura del “nuovo”. L’I.A è come un coltello e dipende da come e da chi viene utilizzato: lo si può usare per tagliare il pane ma anche per uccidere.
E poi con l’entusiasmo di sempre, Amalia Ercoli ci parla anche del Computer Quantistico, che già si sta utilizzando e afferma: “Ci vorrà una nuova fisica per arrivare alle stelle, viste le distanze. Italia e Germania stanno collaborando su questo fronte in modo importante. Speriamo solo che la politica – e mi riferisco soprattutto ai finanziamenti – non ci blocchi”
