Trump: "Non permetterò l'annessione della Cisgiordania. Ne abbiamo fatte abbastanza, è ora di fermarsi" (foto da video) - Blitz Quotidiano
Per Donald Trump il riconoscimento dello Stato di Palestina è “una ricompensa per Hamas e i suoi terribili attacchi”. Ma questo non giustifica, a suo avviso, la risposta israeliana di annettere l’intera Cisgiordania, come minacciato dal premier Benyamin Netanyahu di fronte alla mossa di Francia, Gran Bretagna e un’altra decina di Paesi all’Onu. Anzi, il presidente americano ha promesso ai leader arabi e musulmani, incontrati martedì a margine dell’Assemblea generale dell’Onu, che non permetterà a Israele di espandere l’occupazione in tutta la West Bank. Condizione che gli Emirati hanno posto per tenere in vita gli Accordi di Abramo, fiore all’occhiello della prima amministrazione Trump.
Il tycoon lo ha ribadito ai giornalisti ieri, giovedì 25 settembre, mentre firmava vari ordini esecutivi. “Ne abbiamo fatte abbastanza” ha detto Trump riferendosi a Israele, prima di aggiungere: “È ora di fermarsi”.
Cosa prevede l’accordo per mettere fine alla guerra a Gaza
Tornando all’incontro con i leader arabi, il tycoon ha presentato un documento che delinea il piano degli Stati Uniti per mettere fine alla guerra, che include appunto la promessa sulla Cisgiordania. Il piano prevede il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani, un cessate il fuoco permanente, il graduale ritiro di Israele dalla Striscia e un meccanismo di governo di Gaza senza Hamas. Sarebbero previsti anche una forza di sicurezza formata da palestinesi e da soldati arabi e di altri Paesi, il finanziamento arabo per la nuova amministrazione della Striscia e per la ricostruzione, e un coinvolgimento dell’Autorità nazionale palestinese.
La road map del tycoon sarebbe stata accolta positivamente dai leader presenti. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha parlato di un incontro “molto fruttuoso”. Tuttavia l’orizzonte di un cessate il fuoco per porre fine alla guerra a Gaza è apparso ai presenti ancora lontano. Così come sarebbero rimasti frustrati dal no di Trump al riconoscimento dello Stato palestinese e dal suo continuo sostegno a Netanyahu, che riceverà alla Casa Bianca lunedì prossimo, mentre l’esercito israeliano avanza in una Gaza City ormai per due terzi sfollata.
