La storia delle tre suore ottantenni che in Austria hanno occupato il loro ex convento dopo essere scappate dalla Rsa (foto Instragram) - Blitz Quotidiano
Tre suore con un’età compresa tra gli 82 e gli 88 anni hanno occupato il convento in cui vivevano al grido del “non chiudeteci in casa di riposo”. La vicenda sta accadendo in queste settimane a Elsbethen, un paesino di 5mila abitanti che si trova in Austria vicino a Salisburgo. Le tre protagoniste sono le ultime rappresentanti delle Canonichesse regolari ospedaliere della misericordia di Gesù. Sono suor Bernadette di 88 anni, suor Regina di 86 e suor Rita di 82.
Le tre anziane erano rimaste le uniche e sole inquiline del convento ottocentesco Kloster Goldenstein. Nel 2024 il prevosto Markus Grasl ha dichiarato la struttura inagibile trasferendo “senza consenso” le suore in Rsa. Le monache si sono opposte alla decisione e dopo essere fuggite dalla Rsa hanno forzato la porta del convento. Una volta dentro hanno riattaccato l’acqua. La corrente elettrica l’hanno ottenuta grazie a dei generatori ed hanno poi fatto scorte di cibo e medicinali.
La “resistenza” delle tre suore raccontata sui social
Le tre suore hanno cominiato a raccontare quello che è loro accaduto sui social attraverso il profilo Instargram e Tik Tok “Nonnen Goldenstein”. Nel giro di poche settimane una disputa locale che ha come protagoniste tre suore è diventata una vicenda globale e un caso diplomatico finito al Vaticano.
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A settembre è poi nato un movimento di sostegno formato da alcune ex studentesse della scuola religiosa che le suore gestivano, da alcuni giornalisti e studenti e da diversi abitanti del paese. A Elsbethen sono arrivate scorte alimentari e si sono fatti avanti degli avvocati che hanno offerto tutela legale alle tre ottantenni.
Quanto accaduto è quindi ora interamente raccontato sul web che ha documentato il tutto fin dalla fuga dalla casa di riposo e il rientro in convento con tanto di fabbro che ha forzato la porta.
Le tre suore all’interno del convento hanno ripreso la loro vita datta di preghiera e di faccende domestiche. “I social sono l’unica protezione che ci è rimasta” hanno scritto in un comunicato che è stato apprezzato molto dai tanti follower.
La mediazione fallita, “ora se ne occuperà Roma”
Per risolvere la situazione è stata proposta una soluzione amichevole che è stata respinta. La mediazione è stata avanzata dal loro superiore, il prevosto Markus Grasl nonché rettore dell’abbazia di Reichersberg. Il portavoce di Grasl, all’agenzia katpress ha dichiarato: “Siamo sorpresi e delusi dalla decisione delle sorelle. Si sta verificando quanto già detto da Grasl: ora sarà coinvolta l’autorità successiva, cioè Roma”.
L’accordo proposto alle tre suore prevedeva che potessero restare a Goldenstein ma a certe condizioni: il ripristino della clausura, l’accompagnamento spirituale da parte di un sacerdote dell’abbazia, assistenza 24 ore su 24 e cure mediche affidabili. Parte della proposta includeva anche l’iscrizione nella lista d’attesa di una casa di riposo a Elsbethen “a vista del monastero”.
Le tre monache non hanno accettato la mediazione che tra le altre cose prevedeva la cessazione immediata di tute le attività social e i contatti con i media, la rinuncia a qualsiasi attività legale e l’allontanamento dei sostenitori.
Quando è cominciato il conflitto tra il monastero e la Santa Sede
Il monastero di Goldenstein è al centro di tensioni da anni. Tutto è cominciato nel 2020 quando la comunità si ridusse a meno di cinque sorelle con voti perpetui. Il Vaticano, a quel punto ritirò il diritto di eleggere la propria superiora. Nel 2022, il Vaticano nominò Grasl superiore spirituale che concesse alle sorelle il diritto di residenza a vita ma solo “finché fosse ragionevole dal punto di vista medico e spirituale”.
Dopo varie ospedalizzazioni venne valutato lo stato di salute delle sorelle. Nel dicembre 2023 Grasl ordinò il trasferimento delle religiose in una casa di riposo mai voluto e accettato dalle tre religiose.
