Superbonus, via ai controlli sulle irregolarità. A rischio anche i singoli condòmini (foto ANSA) - Blitz quotidiano
La chiusura del Superbonus non segna la fine della questione. Con l’uscita di scena dell’incentivo inizia infatti una fase particolarmente delicata: quella dei controlli dell’Agenzia delle Entrate, destinati a proseguire per molti anni e a coinvolgere proprietari, condomìni e beneficiari dell’agevolazione.
Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, le verifiche già avviate stanno evidenziando una serie di criticità legate soprattutto alle asseverazioni tecniche e ai SAL, gli stati di avanzamento lavori. In diversi casi emergono incongruenze sui materiali davvero utilizzati, sui costi dichiarati e sulla piena conformità delle opere alle norme in vigore. Ogni irregolarità può portare alla contestazione dell’intera detrazione.
Responsabilità anche per condomini e cittadini
Uno degli aspetti più significativi riguarda la responsabilità: non ricade solo su tecnici o imprese, ma può coinvolgere direttamente i condomìni e i singoli proprietari che hanno approvato o usufruito dei lavori. Anche chi ha agito in perfetta buona fede può quindi essere chiamato a restituire quanto ricevuto tramite il bonus, con l’aggiunta di sanzioni e interessi.
Tra i principali problemi riscontrati rientrano i cantieri rimasti incompleti, la mancanza di corrispondenza tra interventi dichiarati e interventi effettivamente realizzati, e la perdita del diritto alla detrazione quando le opere non rispettano scadenze e requisiti. Per il Superbonus 110%, ad esempio, il mancato completamento dei lavori può azzerare totalmente il beneficio ottenuto.
Una lunga stagione di verifiche
Il quadro che sta emergendo è quello di un’intensa stagione di accertamenti destinata a protrarsi nel tempo. L’Agenzia delle Entrate potrà infatti chiedere la restituzione delle somme anche per interventi conclusi anni prima, qualora dovessero emergere irregolarità. Il fisco può revocare il bonus e pretendere il rimborso dell’intero importo, applicando una sanzione pari al 25% del credito utilizzato in compensazione, oltre agli interessi maturati.
Come sottolinea il quotidiano economico, la fase di verifica sarà determinante per migliaia di famiglie: non serve dolo o frode, basta un errore tecnico, documentale o amministrativo per compromettere il diritto all’agevolazione.
