Pfas, lo studio: così gli “inquinanti eterni” riducono l’efficacia dei vaccini nei bambini (foto ANSA) - Blitz quotidiano
I Pfas sono da anni al centro dell’attenzione scientifica e sanitaria per la loro estrema persistenza nell’ambiente e nell’organismo umano. Questi composti chimici, definiti non a caso “inquinanti eterni”, si accumulano nel tempo e sono associati a numerosi effetti nocivi: danni al fegato, alterazioni della tiroide, disturbi metabolici, problemi di fertilità. A queste conseguenze ormai ben documentate si aggiunge un ulteriore elemento di forte preoccupazione, soprattutto per la salute infantile: l’impatto negativo sulla risposta immunitaria.
Già da tempo diversi studi epidemiologici indicavano che l’esposizione precoce ai Pfas potesse ridurre l’efficacia delle vaccinazioni nei bambini. Mancava però una spiegazione chiara dei meccanismi biologici alla base di questo fenomeno. Ora un nuovo studio dell’Università di Padova contribuisce a colmare questa lacuna, fornendo prove sperimentali sul modo in cui i Pfas interferiscono con la memoria anticorpale, indebolendo la protezione garantita dai vaccini somministrati in età pediatrica.
Lo studio padovano e il ruolo dei linfociti B
La ricerca è stata condotta dal gruppo guidato da Carlo Foresta, endocrinologo dell’Università di Padova e tra i massimi esperti degli effetti dei Pfas sulla salute umana. I risultati sono stati presentati il 16 dicembre al Senato, durante il convegno “Esposizione a Pfas e manifestazioni cliniche: strategie di intervento sanitario”.
Il lavoro si è concentrato sui linfociti B, le cellule del sistema immunitario responsabili della produzione di anticorpi. In particolare, i ricercatori hanno analizzato la loro maturazione dopo l’esposizione al Pfoa, uno dei Pfas più diffusi. Utilizzando campioni cellulari provenienti da sette donatori sani non esposti a Pfas, il team ha osservato in vitro il comportamento delle cellule una volta entrate in contatto con la sostanza.
Dopo oltre due anni di sperimentazioni, è emerso che i linfociti B esposti al Pfoa mostrano una ridotta capacità di proliferare e di attivarsi in risposta a stimoli fisiologici. Inoltre, la loro maturazione risulta rallentata, con una conseguente diminuzione significativa della produzione di anticorpi.

Meno anticorpi e vaccini meno efficaci
L’effetto più rilevante riguarda la riduzione delle immunoglobuline G, fondamentali per la memoria immunitaria e quindi per una protezione duratura dopo le vaccinazioni infantili. Come ha spiegato Carlo Foresta: “Questo studio rappresenta un passo avanti decisivo nella comprensione degli effetti dei Pfas sul sistema immunitario umano”. E ancora: “I nostri risultati indicano che il Pfoa interferisce direttamente con il funzionamento dei linfociti B, rallentandone la maturazione e riducendo in modo significativo la capacità di produrre anticorpi, in particolare le immunoglobuline G, fondamentali per la memoria immunitaria a lungo termine”.
La riduzione osservata, compresa tra il 30% e il 45%, coincide con quanto già rilevato negli studi di popolazione, rafforzando l’idea che non si tratti di un’ipotesi teorica ma di un rischio concreto. “È un’evidenza che deve richiamare l’attenzione delle istituzioni e della comunità scientifica”, ha concluso Foresta, sottolineando l’urgenza di strategie di prevenzione e di una maggiore tutela della salute dei bambini, a partire dalla riduzione dell’esposizione a questi composti chimici persistenti.
