Materiali e frequenze: il ruolo della custodia nel segnale dello smartphone- blitzquotidiano.it
Nel mondo iperconnesso di oggi, la qualità del segnale dello smartphone è fondamentale per garantire comunicazioni fluide.
Molti utenti lamentano problemi di ricezione che, sorprendentemente, possono derivare dall’uso di una custodia per telefono inadeguata. La questione se una custodia per telefono possa bloccare il segnale è stata oggetto di approfonditi studi e test, che chiariscono i materiali, le frequenze coinvolte e le reali performance sul campo.
Le onde radio, responsabili della trasmissione di voce e dati, interagiscono con i materiali in modo differente a seconda della banda di frequenza utilizzata. Questo è particolarmente importante nell’era del 5G, che sfrutta sia le bande sub-6 GHz sia le onde millimetriche ad alta frequenza.
Custodie metalliche rappresentano il principale fattore di attenuazione del segnale: materiali come alluminio o acciaio riflettono e assorbono le onde radio, causando una perdita di segnale che può raggiungere i 5 dB. Questi cali si traducono in cadute di chiamata e rallentamenti nella trasmissione dati, soprattutto nelle aree con copertura marginale.
Al contrario, custodie realizzate con materiali non conduttivi come TPU, silicone e policarbonato hanno un impatto trascurabile, con perdite di segnale inferiori a 1 dB. Questo vale anche per custodie resistenti con certificazioni militari, che offrono protezione senza compromettere la connettività.
Per quanto riguarda le bande mmWave del 5G (≥ 24 GHz), molto più sensibili agli ostacoli, persino il vetro o un dito possono bloccare il segnale. In questo contesto, le custodie tradizionali comportano una perdita di 1-2 dB, ma innovazioni come materiali con struttura a nido d’ape cercano di ridurre la densità, preservando la qualità della ricezione.
Design e funzionalità: come la costruzione influisce sulla ricezione
Oltre al materiale, anche la forma e lo spessore della custodia per telefono influenzano la qualità del segnale. Modelli voluminosi con spessore superiore a 3 mm o con rilievi molto densi possono disperdere le onde radio, causando attenuazioni visibili soprattutto in condizioni di copertura debole.
L’utilizzo di adesivi o gusci “booster” passivi, promossi come amplificatori di segnale, è stato smascherato da test indipendenti: questi dispositivi spesso peggiorano la connettività, riducendo le velocità di download e upload anziché migliorarle. Anche le custodie progettate per bloccare completamente il segnale sono utili solo per la privacy, ma inutili se si necessita di una connessione affidabile.
Esperimenti condotti da Consumer Reports hanno evidenziato che custodie in materiali innovativi come il FineWoven o in pelle causano un impatto praticamente nullo sulla ricezione, confermando che è possibile coniugare estetica e funzionalità senza compromessi.

Le prove sul campo confermano quanto emerso in laboratorio. Consumer Reports, un’autorità riconosciuta nel settore grazie a test rigorosi e indipendenti, ha rilevato che la maggior parte delle custodie in plastica o TPU di marca non modifica in modo significativo né le barre del segnale LTE né le velocità di trasmissione dati.
Secondo le analisi di CNET, portale di riferimento per le tecnologie digitali, alcune custodie molto protettive hanno registrato una riduzione fino al 20% della velocità dati, correlata alla densità del materiale e alla copertura dei bordi.
Per quanto riguarda le custodie con amplificatore di segnale, spesso pubblicizzate come soluzione miracolosa, il giudizio è netto: i cosiddetti booster passivi possono dimezzare la velocità dei dati in condizioni reali, mentre quelli attivi, pur mostrando qualche miglioramento nel downlink, offrono guadagni trascurabili nell’uplink, limitando così la qualità delle chiamate.
Per questo motivo, gli esperti raccomandano di affidarsi a amplificatori di segnale professionali o ripetitori approvati dagli operatori, che garantiscono una copertura uniforme e affidabile, a differenza delle soluzioni basate su custodie.
