Carlo Cottarelli (Foto Ansa)
“Un Paese con questa demografia mette seriamente a rischio la sostenibilità del sistema pensionistico. Serve più consapevolezza”. Questo l’allarme lanciato da Carlo Cottarelli, economista, oggi alla guida dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani, in una intervista alla Stampa.
“Il punto – aggiunge – va visto al di là dei singoli interventi introdotti negli ultimi anni. L’abolizione netta della Fornero, di fatto, non si è mai realizzata. Sono state introdotte misure correttive – finestre, requisiti differenziati, strumenti temporanei – che hanno comunque limitato il numero delle persone che possono andare in pensione in un determinato anno”.
“Il riassunto più chiaro – prosegue Cottarelli – resta una frase pronunciata dal ministro Giorgetti circa un anno fa: con questa demografia la sostenibilità del sistema pensionistico è molto a rischio. È stata l’ammissione più evidente del fatto che non si può pensare di smontare la Fornero. Va anche ricordato che l’adeguamento dell’età pensionabile alle aspettative di vita non nasce con la Fornero, ma con una norma del 2010. Successivamente si è intervenuti per rallentarne l’applicazione, introducendo per esempio il rinvio di tre mesi, che però è stato compensato con altri strumenti”.
“Il problema fondamentale – va avanti – è che l’allungamento dell’età lavorativa viene applicato in modo quasi uniforme a tutta la popolazione, salvo alcune eccezioni per i lavori usuranti. Le statistiche però mostrano chiaramente che l’aumento dell’aspettativa di vita non è stato uguale per tutti”.
“Il problema – afferma ancora Cottarelli – è che oggi i giovani fanno fatica a contribuire pienamente al sistema pensionistico. La ragione principale è che l’economia cresce poco. Se un Paese cresce dello 0,5% del Pil, tutto diventa più complicato: contributi, sostenibilità del sistema, prospettive future”.
Un giudizio sulla legge di Bilancio finora? “Con risorse limitate, è positivo che la manovra sia coerente con gli impegni europei e con la tenuta dei conti. Ci sono interventi utili, come il taglio dell’Irpef, ma sono inevitabilmente piccoli perché non si è fatta una vera spending review”.
