Soldi per scavalcare liste attesa: medici arrestati Salerno

Chiesti soldi per scavalcare liste attesa: medici arrestati
Chiesti soldi per scavalcare liste attesa: medici arrestati

SALERNO – Chiedevano soldi ai pazienti, in particolare quelli gravemente ammalati, in cambio di una spintarella a scavalcare le liste d’attesa per gli interventi. Per questo alcuni medici dell’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno sono finiti in manette e sospesi dal servizio. A prendere provvedimenti è stata la stessa azienda ospedaliera che ha allontanato Luciano Brigante, 50 anni, di Avellino, primario del reparto di Neurochirurgia dell’ospedale di Salerno, e la caposala del reparto di neurochirurgia del Ruggi, Annarita Iannicelli, 48 anni, di Salerno.

Il 5 aprile 2016, a Salerno, Avellino e Pisa, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Salerno, hanno eseguito le misure cautelari nei confronti di 4 indagati (3 agli arresti domiciliari e 1 sospensione dall’esercizio di pubblico servizio), ritenuti responsabili dei reati di concussione (3 persone), omessa denuncia e abuso di ufficio (1 persona).

I provvedimenti disciplinari resteranno in vigore fino a quando non verranno meno le esigenze cautelari e sono la conseguenza delle misure adottate a conclusione di un’inchiesta della Procura di Salerno che ritiene i due responsabili del reato di concussione, insieme a Gaetano Liberti, neurochirurgo di fama all’Università di Pisa.

Nell’inchiesta è coinvolto anche Renato Saponiero, 59 anni, direttore del Dipartimento di Neuroscienze e patologie cranio-facciali dell’azienda ospedaliera salernitana, per il reato di abuso d’ufficio. L’azienda sanitaria lo ha sospeso dal servizio per nove mesi.

I carabinieri del Nucleo Investigativo del comando provinciale di Salerno sostengono che il sistema concussivo era gestito da Luciano Brigante, primario del reparto di neurochirurgia dell’ospedale Ruggi di Salerno mentre Takanori Fukushima era il co-esecutore insieme al Brigante degli interventi chirurgici. Fukushima è il neurochirurgo balzato agli onori delle cronache a ottobre scorso perché accostato a Papa Francesco per una presunta visita medica poi smentita dal Vaticano.

Gaetano Liberti, dicono gli inquirenti, era l’allievo di Fukushima. Era lui, secondo l’accusa, a mettere in contatto i pazienti con il primario del nosocomio salernitano. In merito ai pagamenti richiesti per gli interventi, lo stesso Liberti ”faceva arrivare ai pazienti una ricevuta, formalmente emessa dal Fukushima Brian Institute, con la causale ‘consulenza neurochirurgica, per giustificare il pagamento illecito, al di fuori del regime intramoenia”. In un’occasione, alcuni giorni dall’operazione e a causa del decesso del paziente, il denaro richiesto per l’operazione veniva restituito alla famiglia del defunto.

 

L’ospedale di Salerno fa sapere che è stata istituita apposita Commissione aziendale per il governo delle liste di attesa, la cui presidenza è stata affidata a Alfredo Greco, già procuratore capo presso il Tribunale di Vallo della Lucania.

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