FRATTINI INCONTRA LA RICE: ”GLI USA CI VOGLIONO NEL GRUPPO DECISIONALE SULL’IRAQ”

Pubblicato il 29 Maggio 2008 - 11:56 OLTRE 6 MESI FA

Frattini5 Gli Stati Uniti «insisteranno politicamente» per fare entrare l’Italia nel gruppo dei ‘5+1’, i cinque paesi del Consiglio di Sicurezza Onu più la Germania che decidono la politica mondiale sul dossier nucleare iraniano. Il ministro degli Esteri Franco Frattini, che ha incontrato il segretario di Stato statunitense Condoleezza Rice a margine della II Conferenza Internazionale sull’Iraq, ha detto che quella americana è a questo proposito «una posizione molto ferma». Gli Stati Uniti, ha aggiunto il responsabile della Farnesina, hanno mostrato «estrema soddisfazione» per la nuova flessibilità annunciata dall’Italia per le sue truppe in Afghanistan.

Il ministro degli Esteri Franco Frattini è intervenuto alla Conferenza internazionale sull’Iraq in corso a Stoccolma e ha ribadito la volontà dell’Italia di mantenere gli impegni presi per la ricostruzione del Paese devastato dalla guerra dal 2003.

Il discorso. Nel suo discorso il titolare della Farnesina ha ricordato i 240 milioni di euro stanziati dall’Italia a partire dal 2003 e investiti nella ricostruzione civile e i 400 milioni di crediti d’aiuto che saranno messi a disposizione nei prossimi anni. «Abbiamo fornito consiglieri per i ministri iracheni – ha detto il ministro – e dal 2006 l’Italia guida l’Unità di supporto alla ricostruzione nella provincia di Dhi Qar. I nostri militari, dal 2003 al 2006, hanno formato più di 10mila poliziotti e tre battaglioni dell’esercito iracheno, completando con pieno successo la loro missione con il trasferimento alle autorità irachene della responsabilità nel settore della sicurezza nella provincia del Dhi Qar».

La conferenza. Il ministro degli Esteri si trova nella capitale svedese per prendere parte alla II Conferenza Internazionale sull’Iraq, aperta oggi dal primo ministro svedese Fredrik Reinfeldt e alla quale partecipano il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, il primo ministro iracheno Nouri al Maliki, il segretario di stato Usa Condoleezza Rice e un centinaio di delegazioni internazionali. A cinque anni dall’inizio della guerra si cerca di fare il punto sulla ricostruzione e sulle compensazioni dei danni della guerra. Al centro dell’appuntamento, che segue la prima conferenza dello scorso anno a Sharm el Sheikh, vi è la riduzione del debito iracheno.

I debiti. L’Iraq preme perché siano cancellati i miliardi di dollari che paga al Kuwait come compensazioni per l’invasione dell’Emirato da parte di Saddam Hussein nel 1990. Attualmente Baghdad deve devolvere per questi pagamenti il 5% dei suoi introiti petroliferi. Nel suo intervento il premier iracheno Nuri al-Maliki ha chiesto «la cancellazione del debito estero e la fine delle sanzioni internazionali, ostacoli alla ricostruzione e allo sviluppo del Paese». Maliki aveva già chiesto la risoluzione del debito lo scorso aprile, per ora la richiesta è caduta nel vuoto. Maliki ha anche dato un bilancio molto positivo di quanto fatto dal suo governo in tutti i campi da quando un anno fa sono stati fissati gli obiettivi del Patto internazionale.

Rice: «Fare la guerra è stato giusto». Il segretario di Stato americano ha detto che combattere la guerra in Iraq è stato giusto. «L’unica cosa di cui sono certa è che non è stato un errore liberare il popolo iracheno da Saddam Hussein», ha detto Rice che nel 2003, quando il presidente George W. Bush dette il via alla guerra, era consigliere per la sicurezza nazionale.