Iran/ Impiccata la pittrice Delara Darabi per un omicidio non commesso

Pubblicato il 1 Maggio 2009 - 17:55| Aggiornato il 2 Maggio 2009 OLTRE 6 MESI FA

Delara Darabi, la pittrice di 23 anni condannata al patibolo per la complicità in un omicidio commesso nel 2003, quando aveva solo 17 anni, è stata impiccata nella prigione di Rasht, in Iran, a quanto riferisce il  Jerusalem Post.

È stata uccisa di mattina presto, di venerdì, giorno sacro per gli islamici. E senza che ne fosse data notizia al suo avvocato né alla sua famiglia, secondo quanto spiega Mohammad Mostafaei, un avvocato attivo nel campo dei diritti umani, citato dal sito di Iran Human Rights.

È stata giustiziata  nonostante un movimento di pressione internazionale che raccoglie attivisti per i diritti umani di varia provenienza avesse ottenuto un rinvio dell’impiccagione.

Si era parlato di una dilazione di due mesi, rispetto alla data del 20 aprile nella quale era stata fissata inizialmente l’esecuzione. Invece il boia ha atteso solamente dieci giorni, poi ha calato il cappio.

Delara nel 2003 aiutò il fidanzato, Amir Hossain, allora diciannovenne, in una rapina nella casa di una cugina del padre, ma nella colluttazione seguita Hossain pugnalò a morte la donna.

Delara si dichiarò colpevole. Più tardi rivelò che l’omicidio era stato commesso dal fidanzato, il quale le aveva detto di assumersi la colpa, perché essendo minorenne non sarebbe stata condannata a morte. Successivamente Hossain nego’ di essere stato lui l’autore del delitto.

L’Iran, pur avendo ratificato la Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia, punisce come adulti i bambini a partire dai 15 anni e le bambine dai 9.

«L’esecuzione di Delara è stata possibile perché l’Iran continua a pensare di poter agire da sola e che le reazioni internazionali siano solo parole e non abbiano conseguenze – dice Mahmood Amiry-Moghaddam, portavoce di Iran Human Rights -. Delara è il simbolo di tutti i minorenni in carcere ed è ora che Teheran paghi le conseguenze per una violazione della convenzione sui diritti dell’infanzia che pure ha sottoscritto. L’Onu deve fare in modo che quei principi trovino attuazione e non siano semplicemente un pezzo di carta».

Amnesty International si è detta ”indignata” dall’esecuzione, attirando l’attenzione sul fatto che la giovane è stata mandata sul patibolo senza che il suo legale ne fosse informato, sebbene in base alle norme vigenti in Iran egli avrebbe dovuto avere una notifica 48 prima.

 

In Iran ci sono attualmente 150 minorenni in attesa di condanna a morte.