Omicidio Meredith/ Ferite non compatibili con l’arma del delitto. A dirlo è il medico legale Carlo Torre

Pubblicato il 7 Luglio 2009 - 10:05 OLTRE 6 MESI FA

È un coltello con una lama lunga 8 centimetri e alta un centimetro e mezzo quello con cui è stata colpita alla gola Meredith Kercher. Una lama che è stata fatta penetrare più volte nella ferita, provocata proprio dall’insistere di un’azione di penetrazione e uscita ripetuta. È la posizione del medico legale Carlo Torre, consulente della difesa di Amanda Knox e oggi testimone davanti alla Corte d’assise di Perugia nel processo che vede imputati la ragazza di Seattle e Raffaele Sollecito per l’omicidio di Meredith. Per il consulente, quindi, la ferita al collo della vittima ”non è compatibile” con il coltello con lama di 17 centimetri e mezzo ritenuto dall’accusa l’arma del delitto e sequestrato nell’abitazione di Sollecito.

In merito alle cause della morte della studentessa inglese, Torre ha parlato di azione combinata di meccanismo asfittico ed emorragico. Meredith «è sopravvissuta almeno due minuti dall’inizio dell’operazione asfittica» ha detto il consulente, secondo il quale la vittima è stata accoltellata da davanti e mentre si trovava in posizione supina. Per Torre, inoltre, le goccioline di sangue rinvenute sul seno di Mez fanno pensare che la giovane, quando è stata accoltellata, non indossava il reggiseno.