Protagonisti del buffet della politica: voglio le loro schede biografiche complete

Pubblicato il 9 Agosto 2010 - 10:02 OLTRE 6 MESI FA

Prima di ritornare sull’argomento “buffet della politica”, trattato nell’ultima rubrica, una precisazione. Nessun commento ad essa, né tantomeno ai commenti che suscita, è di mio pugno. Quindi diffidate se ne leggete uno a mia firma che non sia contenuto in questi scritti, dall’interno dei quali rispondo o preciso, come sto facendo ora. E’ internet, bellezza, direbbe Humphrey Bogart, con le sue potenzialità e le sue mistificazioni, il suo anonimato, la sua ipocrisia e i suoi squarci di verità o di ricerca della stessa. Non mi ripeto sulla qualità di tali commenti, ognuno risponde (si fa per dire) del suo. Quanto alla mia discutibile scrittura, è appunto discutibile ma mia e quindi un mio commento autentico si riconoscerebbe: ergo rinuncio volentieri agli apocrifi.

E ora veniamo a noi. Giorni fa su un Eurostar dal Nord sono capitato in un’orda di turisti americani da città d’arte e da pizza (benissimo, per carità, a parte l’abitudine di togliersi le scarpe e cercare di piazzarti calze puzzolenti sotto il naso…). Ma a fianco avevo una ragazza italiana che leggeva poesie di Bukowski, gentile, quasi dipinta, dall’accento lombardo. E davanti a me due veneti un po’ stagionati ma ancora pregni di quel fascino da seduttori goldoniani, di quelli che strascicano il dialetto come fossero ubriachi ma non lo sono, o non sai mai se lo siano davvero. Avrebbero potuto portare una parrucca di trecento anni fa e sarebbero stati perfetti. Giocavano a chi ricordava più aforismi e sentenze dei filosofi greci. Che c’entra questo con la politica?

Intanto, mi sbaglierò ma sia la ragazza che i due Casanova filosofici non hanno alcuna intenzione di andare a votare, se si voterà e quando. I due l’hanno detto chiaramente tra un Eraclito e un Parmenide, la ragazza mi ha dato quest’impressione. Era lontana mille miglia di realtà dalle cronache politiche odierne del Palazzo, di quel buffet di cui parlo dal quale tutta questa classe dirigente prende quello che vuole o che può lasciando il Paese in mutande.
O magari la lettrice di Bukowski voterebbe Grillo e il Movimento a 5 stelle, che contrariamente a qualche commento del mio articolo precedente in tal senso io non ficco nel mazzo. Certo che Grillo è un’altra cosa, e prende e prenderà voti sulla sua diversità. E’ il progetto politico complessivo che ha in testa, se è sua la prima delle teste pensanti del Movimento, che non mi è chiaro. Ma certamente non va confuso. E’ contro, non “insieme”. Ma contro che cosa, o insieme a che cosa? Contro coloro che ci hanno trascinato quasi oltre il ciglio del baratro. Vedete, che Berlusconi tratti aziendalmente l’Italia come cosa sua è evidente: se avesse dedicato un decimo degli sforzi indirizzati verso se stesso al Paese, forse non staremmo messi così male. Idem per tutti i suoi, con particolare citazione momentanea per la Brambilla che confonde tori e cavalli e che se continua così verrà abolita dalle contrade senesi. Dall’altra parte, un Bersani che idolatra Tremonti e che ha paura delle urne e nulla ci dice sull’Italia che vorrebbe magari anche per conto di D’Alema, non dà alcuna speranza a chi abbia un grammo di sale in testa.

Al centro Casini, Rutelli e forse Fini rappresenterebbero il futuro? Ma di che cosa? Di un governo tecnico, di un governissimo, di una “Rinascita nazionale” (meravigliosa citazione gellesca)? E Di Pietro oltre a chiedere sacrosantamente legalità che progetto ha in politica (intendo non personalizzata e politicante, giacché è evidente che lancerà un’opa sul Pd…) e per il Paese? E Vendola, tra un inceneritore e l’altro, che fa, punta a Roma dalle Puglie come un Annibale al contrario? Il panorama è desolante, e chi dice che per criticare il governo oggi bisogna avere una ricetta di pronta soluzione o è fesso o è ricco. Il punto è un altro. E’ che le biografie di questi personaggi, politici e non, alla guida (alla guida?) dell’Italia parlano per loro. Per un Fini così esposto oggi, come per tutti gli altri.

Dunque, modesta proposta: si passi alla pubblicazione il più possibile completa e indietro negli anni delle schede biografiche di tutti quelli che oggi riempiono i giornali. Cominciamo ovviamente dalla politica, poi potremmo continuare con l’imprenditoria, la finanza ecc. Schede precise di chi sono e chi sono stati, e che cosa hanno fatto e detto. Così, tanto per non dimenticare. Forse si potrebbe convincere Rai e Mediaset a farne oggetto di un gioco a quiz: che cosa ha fatto Bersani nell’88, che cosa D’Alema nel ’95, e Berlusconi nel ’76, e Fini negli ultimi dieci anni? Ecc. ecc. Chi risponde esattamente alle domande va al governo. Non è forse il Paese del televoto, ormai, questo (a parte quella boccata d’ossigeno in treno grazie a quei tre…)?

da Tiscali notizie, Indietro Savoia 
6 agosto 2010

  

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