Salviamo lo stagno delle meraviglie

Pubblicato il 16 Luglio 2010 - 10:00 OLTRE 6 MESI FA

 Pesce grande mangia pesce piccolo. Di solito fa tristezza. In realtà, se il pesce grande mangia quello piccolo un motivo c’è. Se non accadesse, i pesci piccoli si riprodurrebbero a dismisura, farebbero le tane scavando per metri all’interno degli argini dei fiumi e ne causerebbero il crollo, con conseguenti esondazioni, sovra-irrigazione in un territorio e siccità in quello a valle. Inoltre, troppi pesci piccoli farebbero un’ecatombe di larve di insetto. ‘Nessuna zanzara‘ significa tanti problemi per le rondini e così via, in una escalation che non sembra avere fine. In realtà una fine ce l’ha, e coincide con la nostra in quanto specie umana.

 Il nostro scollamento dalla realtà del mondo naturale ha radici antiche. Una volta combattevamo con tigri, leoni, bisonti. Ora tutto quello che dobbiamo fare è prendere una scatoletta di sorpresa, alla sprovvista, magari mentre ha l’etichetta rivolta verso l’interno della dispensa, e aprirla brutalmente. A volte, con un guizzo improvviso dettato dall’istinto di sopravvivenza, riescono a ferirti le dita, ma nessuno è mai morto per il morso di una lattina o per la zampata furiosa di un barattolo di sugo.

 Le antiche tribù rispettavano ogni fenomeno naturale e perfino le loro stesse prede. Noi non rispettiamo più nulla. E come si potrebbe darci torto: sfido chiunque ad empatizzare con due etti di mortadella. Per questo abbiamo davvero bisogno di ritrovare il contatto con il nostro pianeta. Specialmente i nostri figli, che una volta crescevano con i piedi sull’erba, mentre oggi i più fortunati giocano a fare lo slalom tra le cacche di cane in quei francobolli di terra pomposamente definiti giardini pubblici. Provate ad andare a vedere cosa sono i parchi nel nord Europa e poi vergognatevi una volta in più di essere italiani.

 A Pagliare del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, c’è una scuola media, la Giovanni XXIII, dove i ragazzi sono estremamente fortunati. Hanno a disposizione uno splendido stagno proprio fuori dalle classi, amorevolmente allevato dai suoi insegnanti.
Lo stagno è un ecosistema incredibilmente ricco, dove gli alunni possono studiare la vita senza passare dal grigiore dei libri, osservando la riproduzione dei rospi smeraldini, raccogliendo campioni biologici da analizzare al microscopio, imparando il nome di ogni specie animale e vegetale che possono conoscere dal vivo, al contrario della maggioranza dei bambini i quali vivono in prigioni di vetro, le cui pareti si chiamano NatGeo, DiscoveryChannel, SuperQuark.

 Come ogni favola che si rispetti, sul lieto fine aleggia una gravissima minaccia. Nel vicinato si sono lamentati per la presenza di Natrix Natrix, la biscia dal collare, imputandone la diffusione allo stagno della scuola. Le ammazzano a colpi di scopa – dicono – e ne fanno fuori anche più di dieci al giorno.

 Non sanno, gli ignari predatori di scatolette, che la Natrix è assolutamente innocua, che è una specie protettae dunque non è possibile ucciderla – ma soprattutto che lo stagno non c’entra niente, perché la biscia dal collare si trova in molti centri abitati, anche del tutto sprovvisti di pozze d’acqua. L’indiziata più probabile è infatti una villa abbandonata proprio sopra la casa dell’agguerrito vicino.

 Né pare che la zanzara tigre, che ogni tanto molesta le notti degli esploratori di documentari, sia adducibile a pretesto, dato che chiunque sa che l’Aedes albopictusnon fate i modesti, che lo sapete anche voi – si riproduce in masse d’acqua piccolissime a bassa biodiversità, come sottovasi, tombini, raccolte d’acqua nei copertoni e così via, e non si allontana mai per più di 200 metri da casa. Negli stagni farebbe immediatamente un brutta fine, quindi non vi si avventura.

 In conseguenza delle lamentele di un comitato dei cittadini, pare ora che lo stagno delle meraviglie sia destinato ad essere riempito da una colata di cemento. Un progetto lungimirante e degno della specie in via di autoestinzione che ci meritiamo di essere. Non dico specie protetta perché non abbiamo nulla che valga la pena di essere protetto.

 Un vicino particolarmente accalorato alla vicenda – che tra l’ecosistema in questione e il cemento, sta dalla parte del cemento –, il signor Gino Schiavi, in una diffida del 20 agosto 2009 recapitata a ben 14 Enti e Istituzioni, ha infelicemente definito lo stagno un piccolo invaso d’acqua morta.
Giusto per puntualizzare, ecco un elenco parziale delle specie viventi che albergano nel piccolo invaso d’acqua morta:

PIANTE:
 Nymphaea alba
 Holoschoenus australis
 Myriophyllum verticillatum
 Juncus inflexus
 Typha latifolia
 Typha minima

INSETTI:
 Libellula depressa
 Ischnura elegans
 Crocothemys erythraea
 Cybister latelalismarginalis

ANFIBI:
 Pelophylax lessonae
 Bufo viridis
 Bufo bufo

RETTILI:
 Podarcis sicula
 Hierophis viridiflavus
 Natrix natrix

 Una delle specie seriamente minacciate, felicemente ospitate dallo stagno, è il rospo smeraldino. Lo conoscono bene i ragazzi, che hanno avuto la fortuna di osservarne la metamorfosi. Alcuni luminari hanno proposto di trasferire l’intero ecosistema nel vicino fiume Tronto, ignorando che gli ecosistemi non si spostano: si possono solo distruggere. Tanto più che il suddetto fiume è il vero invaso di acqua morta, anzi: assassina. Ecco le analisi dell’acqua del Tronto, effettuate dall’Arpam (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale delle Marche) nel punto più vicino allo stagno.

Escherichia coli 56000 U.F.C./100ml
Ossigeno disciolto 12,7 mg/l
pH 8,10 Unità pH
Materie in sospensione 7 mg/l
BOD (O2) 1,7 mg/l
COD (O2) ILD
Fosforo totale (P) 0,1 mg/l
Ortofosfato (P)
Azoto nitroso (NO2) 0,02 mg/l
Composti Fenolici (C6H5OH) ILD
Olii minerali ILD
Azoto Ammoniacale (NH4) 0,2 mg/l
Ammoniaca non ionizzata (NH3)
Cloro residuo totale (HOCL) ILD
Solfati (SO4) 124 mg/l
Alcalinità totale (HCO3)
Azoto nitrico (NO3)
Conducib. elettrica specifica 817 µS/cm a 20°C
Durezza totale 356 °F
Arsenico (As) 5 µg/l
Cadmio (Cd) ILD
Cromo (Cr) 0,3 µg/l
Mercurio (Hg)
Nichel (Ni) 1 µg/l
Piombo (Pb) ILD
Rame (Cu) ILD
Zinco (Zn) ILD

Come si può evincere dalla impressionante lista di elementi inquinanti, si tratta di un ambientino salutare dove trasferirei gli autori della proposta insieme alle loro famiglie, almeno per un week-end.

E’ possibile che alla nostra specie animale, che tanto decantiamo quale esempio di evoluzione e civiltà, non venga in mente nessun’altra soluzione al problema delle biscie che riempire di cemento l’unico luogo che ancora lega i nostri ragazzi a Madre Natura, che ci ha allevato ed accudito per milioni di anni – lei sì – come una serpe in seno?
 Perché, ad esempio, non si recintano le abitazioni dell’immediato vicinato con una rete a maglie fitte che non consenta il passaggio della Natrix Natrix? Forse perché siamo adoratori della religione del cemento, l’unica economia che prospera a dispetto dell’ottusità con la quale viene esercitata e dell’ambiente che ne fa le spese? Non esistono piani regolatori? Dov’è l’assessore all’ambiente? Che dicono i verdi? E la Prestigiacomo, oltre a battersi per non ridurre le emissioni di anidride carbonica, avrà il tempo di spendersi per una famiglia di rospetti?

 Chi volesse manifestare la propria contrarietà a questo atto di barbarie ecologica, a questo genocidio di specie viventi perpetrato nel più totale disprezzo della vita, può scrivere una lettera al Sindaco di Spinetoli, il sig. Angelo Canala, chiedendo di garantire la sicurezza e la protezione di questo piccolo gioiello ambientale e scolastico.

L’indirizzo è questo: Piazza Giacomo Leopardi N°31 – 63036 Spinetoli (AP). Il sindaco è raggiungibile anche per email, qui: sindaco@comune.spinetoli.ap.it. E sembra avere anche un numero di cellulare, pubblicato sul sito ufficiale del Comune di Spinetoli: 348/3665302. Ovviamente è richiesta la massima cortesia.

A titolo di esempio, pubblico una fra le lettere inviate al sindaco proprio in questi giorni, scelta casualmente nel forum di discussione:  

  SALVIAMO QUEL BIOTOPO
 di Giacomo Giovagnoli

Alla cortese attenzione di: Sindaco di Spinetoli – Sig. Angelo Canala
Piazza Giacomo Leopardi N°31
63036 Spinetoli (AP)

Gentile signor Sindaco,

  ho appreso dal web dell’assurda vicenda del laghetto della scuola media Giovanni XXIII di Pagliare, e, trovandomi relativamente vicino, ho deciso di constatare con i miei occhi la situazione.

  Sono solo un biologo senza qualifiche, ma posso dire senza paura di essere smentito che si tratta di un biotopo davvero meritevole e degno di essere tutelato. Non solo per la splendida e florida vegetazione acquatica e riparia, ne perché vi si riproducono libellule ed insetti di tutti i tipi, tra cui i ditischi (Cybister latelalismarginalis), coleotteri in netta regressione. Il dato più interessante è che il piccolo bacino è un sito di riproduzione di diversi anfibi, tra cui, oltre ai numerosi rospi comuni, spiccano i rospi smeraldini (Bufo viridis). Quest’ultima è una specie seriamente minacciata, tanto che la comunità europea ha deciso di tutelarne gli habitat (Allegato IV della direttiva Habitat 92/43/CEE).

  Oltre a queste considerazioni di natura biologica, c’è da considerare l’aspetto educativo del laghetto, perché permette ai ragazzi di conoscere la natura e riallacciare con essa un rapporto che le ultime generazioni sembrano aver perso. E’ stato bello vedere il loro impegno ed i loro progetti, e proprio guardando foto scattate dai ragazzi è nato il sospetto che vi fossero giovanissimi neometamorfosati di rospo smeraldino.

  Il laghetto va interrato a seguito dell’espansione degli edifici della scuola? Questa mi sembra una scusa, perché essendo stato sul posto posso dire di aver visto molto spazio utilizzabile nel circondario, e credo che un’altra soluzione possa facilmente trovarsi.

  Faccio inoltre presente che nel poco tempo trascorso a Pagliare ho incontrato biacco (Hierophis viridiflavus), innocuo serpente terricolo che nulla ha a che vedere con il laghetto, proprio dietro le abitazioni dei condomini che si lamentano. Lamentele sacrosante, ma con un minimo di manutenzione (che lo scorso anno non era stato possibile fare, ma che adesso è stata fatta) tutti gli inconvenienti possono essere evitati.

  L’ipotesi di trasferire un laghetto da un luogo ad un altro è totalmente ridicola e priva di ogni logica, perché non si può tenere conto di tutte le relazioni tra le componenti biotiche ed abiotiche.
  Oltretutto i rospi sono terricoli (si recano nell’acqua solo per riprodursi) e sarebbe impossibile pensare di trovarli e spostarli.

In conclusione La invito a valutare bene le sue decisioni perché porterebbero alla perdita di un biotopo davvero interessante sia dal punto di vista ambientale che didattico.

Grazie dell’attenzione
Giacomo Giovagnoli


Leggi l’articolo originale su: ByoBlu – Il video blog di Claudio Messora