Tre miliardi e novecento milioni di anni fa, ci fu uno spostamento del sole che provocò l’avvento di una serie di comete ed asteroidi che crearono i grandi crateri visibili ancora oggi sulla Luna. Questa è una delle diverse teorie che la scienza ha adottato per spiegare la nascita di alcune cellule che avrebbero poi dato origine alla vita: ma come sempre in questi casi, non ci sono ovviamente prove che il processo sia avvenuto in questo modo. Negli ultimi anni, tuttavia, alcune sorprendenti scoperte hanno rinnovato la fiducia che una spiegazione scientifica comune sull’origine della terra e della vita alla fine verrà fuori.
Ci sono state una serie di scoperte importanti legate alle strutture che potrebbero avere costituito i grassi, attraverso lo studio di sostanze già presenti nella Terra in epoca pre-primitiva. Tre ricercatori, Jack W. Szostak, David P. Bartel e Luigi Luisi, pubblicarono un manifesto un po’ avventuroso nel 2001, che dichiarava di aver scoperto il modo di operare di alcune cellule preistoriche. Attraverso delle molecole che erano presenti solo in alcune cellule, queste sopravvvivevano più delle cellule che ne erano sprovviste. La scoperta, fece parlare di «un sistema in grado di replicarsi autonomamente, qualcosa che ha a che fare con l’evoluzione darwiniana».
Uno degli autori, il Dott Szostak del Massachusetts General Hospital, è andato molto avanti dopo la pubblicazione del manifesto. Dei semplici acidi grassi simili secondo il ricercatore a quelli presenti nelle cellule primitive, formano spontaneamente un doppio strato come quello presente nella membrana delle cellule viventi di oggi. Le «protocellule» integrate con nuovi acidi grassi, se vengono alimentate in acqua, si dividono.
Queste cellule viventi, hanno poi elaborato meccanismi che le portano a scegliere solo le molecole nutritive di cui hanno bisogno, grazie anche al fatto che solo alcune piccole molecole possono entrare nelle protocellule.
In un convegno sulla evoluzione al Cold Spring Harbor Laboratory di Long Island, Szostak si è detto «ottimista su come ottenere un prodotto chimico di replica» derivato dallo studio di queste protocellule.
Per il ricercatore americano, questi esperimenti ci avvicinano alla spiegazione della divisione cellulare che ha a che fare con le sostanze chimiche che presumibilmente esistevano sulla Terra primitiva, anche se alcuni «ingredienti»sono ancora abbastanza complessi da comprendere.