Amazzonia: ignoti sicari hanno cercato di uccidere l’ultimo indio

Pubblicato il 9 Dicembre 2009 - 20:14 OLTRE 6 MESI FA

amazon2E’ difficile immaginare sulla Terra qualcuno che dia meno fastidio di lui: ”l’uomo della buca”, ultimo sopravvissuto di una tribù di indios sconosciuta dell’Amazzonia, che vive nello stato brasiliano di Rondonia. E’ stato individuato pochi anni fa e, da allora, ha sempre rifiutato ogni contatto con la civiltà.

E’ stato soprannominato “l’uomo nella buca” perché scava delle buche di diversi metri di profondità in fondo alle quali pianta pali appuntiti per catturare gli animali. Ha anche fatto una buca nel centro della minuscola capanna in cui tiene le sue poche cose in modo da potersi nascondere da qualunque estraneo si avvicini. Nascondersi fa parte della sua vita, comune a quella di tutti i membri delle circa 100 tribù “no contact” sparse negli angoli più remoti del pianeta.

Eppure, anche se indiscutibilmente si fa i fatti suoi come nessun altro al mondo, qualcuno ha tentato di farlo fuori, a quanto riferisce il Corriere della Sera. L’incidente è avvenuto il mese scorso a Tanaru, ma se ne è avuta notizia solo ora. Non si sa se i sicari volessero uccidere l’indiano o solo metterlo in fuga.

Ma i mandanti più probabili dell’attacco sono gli allevatori dell’area che si oppongono agli sforzi compiuti dal governo per proteggere il suo territorio. I funzionari del Funai, il dipartimento agli affari indiani del governo brasiliano, si sono accorti che il rifugio in cui l’uomo si nascondeva in caso di pericolo era stato saccheggiato e hanno trovato cartucce di fucile da caccia sparse lì vicino, nella foresta.

La polizia ha indagato sull’incidente, ma per ora nessuno è stato accusato. «La situazione è molto grave – ha dichiarato Altair Algayer, un funzionario del FUNAI. «Per difendere gli interessi degli allevatori è stata messa in pericolo la vita dell’indio». Il Funai ritiene che l’indio sia sopravvissuto all’attacco.

Le uniche immagini disponibili dell’”uomo della buca”, che si ritiene sia l’ultimo sopravvissuto del suo popolo, una tribù massacrata dagli allevatori negli Anni Settanta e Ottanta, sono state fugacemente catturate dal produttore cinematografico Vincent Carelli. Carelli le ha utilizzate nel suo film “Corumbiara” che documenta il genocidio degli Akuntsu, di cui sono rimasti in vita solo cinque membri, e di altre tribù di indios nella regione.