Berlusconi a caccia di 5 “nì” della Svp. Merce di scambio: il parco dello Stelvio

Pubblicato il 7 Dicembre 2010 - 12:25 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi

Cinque deputati del Sudtiroler Volkspartei in ballo per blindare il governo e un negoziato in atto tra Roma e Bolzano: a tirare le fila è Silvio Berlusconi. Il premier ha offerto il Parco dello Stelvio a tre deputati e due senatori altoatesini di Luis Durnwalder,  per avere in cambio la loro astensione il 14 dicembre per il voto di fiducia. Durnwalder ha confermato: «Con il governo siamo in fase di disgelo». E il presidente del gruppo alla Camera Siegfried Brugger, in riferimento alla coalizione con il Pd ha detto: «Proseguiamo le alleanze di centrosinistra in Provincia e nei Comuni, anche se a Merano e a Brunico abbiamo avviato esperienze diverse. Non prevedo sbocchi diversi, ma va detto che non abbiamo sposato il centrosinistra».

La più grande riserva naturale d’Italia si trova tra Bolzano, Trento e la Lombardia e viene gestita dalle rispettive amministrazioni che collaborano in un consorzio che fa capo al ministero del Tesoro. Secondo quanto ricostruisce Alessandro De Pascale sul quotidiano Terra il 30 novembre la Commissione dei Dodici, l’organismo paritetico tra Stato e Province autonome di Trento e Bolzano, ha deliberato la modifica del decreto del presidente della Repubblica che nel 1974 ha istituito il Consorzio unitario per la gestione del Parco. Con questa decisione di fatto è stato cancellato l’ente parco e lo Stelvio è stato smembrato in tre distinte aree protette: una per la provincia di Bolzano, una per quella di Trento e un’altra, la più grande, in capo alla Lombardia. Ma per rendere effettiva la modifica, il prossimo Consiglio dei ministri dovrà approvare un’apposita legge.

Se le gestioni del parco diventassero distinte e autonome la Svp sarebbe accontentata, ma secondo il Wwf  il Parco verrebbe sacrificato a centrali idroelettriche, cacciatori e soprattutto più costruzioni.

Cosa farà la Lombardia: osteggerà la cosa bloccando così Berlusconi proprio in vista della fiducia? Questo sembra improbabile, ma Formigoni ha motivo per storcere il naso visto che più del 70 per cento del territorio del parco è compreso tra province di Sondrio e Brescia.