Clima: le previsioni “catastrofiste” di Copenhagen sono in realtà ottimiste

Nel 2100 il livello delle acque potrà essere più alto per una cifra che va dai 75 ai 190 centimetri secondo l’Istituto di previsione degli effetti climatici dell’università di Helsinki – Un aumento così impressionante metterà in serio pericolo numerosi stati costieri ed una sfilza di arcipelaghi – In Europa, essere nato in Italia o, peggio, in Olanda, rappresenterà una sfortuna

Il livello del mare sale, e sale, e sale ancora. Fin qui tutto già visto, niente di nuovo. Il guaio è che il livello sta salendo ad una velocità che fino ad ora non era mai stata pronosticata e così continuerà a fare qualora rapidamente non venissero prese delle contromisure. L’ultimo studio in materia ha pronosticato un aumento nel prossimo secolo di circa 1 metro e novanta.

Nel 2100 il livello delle acque potrà essere più alto per una cifra che va dai 75 ai 190 centimetri secondo l’Istituto di previsione degli effetti climatici dell’università di Helsinki. Un aumento così impressionante metterà in serio pericolo numerosi stati costieri ed una sfilza di arcipelaghi. In Europa, essere nato in Italia o, peggio, in Olanda, rappresenterà una sfortuna. Tra i più minacciati le isole da sogno dei mari del Sud, le Maldive, ma anche il povero Bangladesh.

Sono state analizzate le misurazioni di mari e temperature nei passati 130 anni. I risultati: dal 1990 il livello dei mari è salito ad una media annuale di 3,4 millimetri, «ad una velocità doppia della media del ventesimo secolo» dice Stefan Rahmstof, autore dello studio. Se la tendenza riscontrata rimanesse inalterata, l’aumento del livello giungerebbe nel ventunesimo secolo ad una media di 34 centimetri annui nel suo picco.

Lo studio ha anche messo in evidenza il ruolo maggiore giocato nel processo dall’effetto sera. Più velocemente verrà messo un freno al riscaldamento globale, più effettivamente l’innalzamento dei mari sarà contrastato.

Il dato più inquietante: questa previsione è «solamente due volte superiore alle valutazioni di uno studio del 2007, che nelle sue stime aveva tralasciato di calcolare l’effetto supplementare dello scioglimento dei ghiacci».

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