Lombardia, Coldiretti denuncia: “E’ allarme frane”

Pubblicato il 13 Ottobre 2011 - 00:30 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – I rischi maggiori sono nelle aree tra le province di Sondrio, Brescia e Lecco, ma anche nel territorio dell’Oltre Po Pavese: le zone più esposte sono quelle montuose e collinari. È il pericolo frane per la Lombardia, che uno studio della Coldiretti ha identificato in modo chiaro anche grazie ai dati raccolti dall’Arpa, l’Agenzia regionale per l’ambiente con i suoi monitoraggi in 20 ambienti specifici.

Nell’identikit messo a punto dal centro di ricerca troviamo registrati nel corso degli anni oltre 130mila episodi di smottamenti nella regione, con 3.300 km quadrati franati in un vasta area che va dalle Alpi al Po. Ma secondo la rilevazione, da giugno a settembre 2011 è allarme rosso: si viaggia infatti al ritmo di una frana al giorno. Per il presidente del Consiglio nazionale dei geologi, Gian Vito Graziano, il vero problema è il consumo di suolo, che negli ultimi anni ha raggiunto un livello spaventoso: “Siamo a circa 500 km quadrati all’anno nell’intero Paese, a cui non corrisponde un’azione di prevenzione”.

Ogni anno, tra danni e opere di ripristino, si arriva a spendere in media circa un miliardo di euro, senza contare le vittime: solo nel 2010 in Italia in seguito a cedimenti del terreno sono morte 17 persone e 44 sono rimaste ferite, mentre oltre 4.400 hanno dovuto abbandonare la propria casa. La Coldiretti dal canto suo ricorda che la Lombardia è stata capace negli ultimi dieci anni di consumare mille chilometri quadrati di campi una volta agricoli: una soglia considerata particolarmente grave.

L’associazione individua una stretta correlazione tra l’abbandono delle campagne e i conseguenti problemi di cedimento del terreno, perché la successiva fase di urbanizzazione delle aree non è stata accompagnata da un adeguamento della rete di scolo delle acque.