Diabete, epidemia da 4 milioni di morti. Nelle piazze italiane 500 stand per la prevenzione

Trecento milioni di persone colpite nel mondo, pari all’intera popolazione degli Stati Uniti o a sei volte quella dell’Inghilterra. Sono i malati di diabete, malattia che miete 4 milioni di vite all’anno, una ogni 10 secondi e conta 3 milioni di malati in Italia, pari al 5% della popolazione (era il 2,5% negli anni ’70).

L’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha paragonato la diffusione del diabete ad una epidemia, con stime di crescita sembrano inarrestabili. E non si può più circoscrivere la diffusione di questa patologia ai Paesi sviluppati, dal momento che i picchi più significativi si registrano nei Paesi poveri o in via di sviluppo, dove sono penetrate, negli stili alimentari, le abitudini occidentali peggiori, basate sul cosiddetto junk-food, cibo-spazzatura a buon mercato.

Un esempio su tutti èquello della Cina, primo Paese al mondo per numero di malati di diabete (92,4 milioni), seguito dall’India (50,8 milioni). Secondo l’International Diabetes Federation (Idf) entro il 2030 ci saranno 438 milioni di persone che dovranno convivere con il diabete e la spesa sanitaria supererà i 490 miliardi dollari, a fronte dei 376 attuali.

Alla luce di queste cifre si è tenuta, il 14 novembre,  la Giornata Mondiale del Diabete, che si celebra dal 1991 sempre nello stesso giorno, per ricordare la nascita di Sir Frederick Banting, pioniere della ricerca su questa malattia.

L’Idf ha organizzato decine di manifestazioni in 160 Paesi del mondo e tra queste, l’illuminazione di molti monumenti con una luce blu, colore simbolo dell’evento. L’obiettivo è quello di rafforzare la consapevolezza della popolazione e prevenire la malattia attraverso la conoscenza dei fattori di rischio che sono, oltre alla familiarità, il sovrappeso, l’obesità e la mancanza di movimento fisico.

In Italia, in 500 piazze delle principali città, saranno allestiti presidi diabetologici dove i cittadini potranno effettuare gratuitamente l’esame della glicemia e si potrà compilare un questionario diagnostico per scoprire la percentuale di rischio diabete da qui a 10 anni. Nella comunità  scientifica, ormai, c’è consenso sul fatto che il diabete aumenta anche il rischio di malattie cardiovascolari.

La prestigiosa rivista Lancet ha recentemente pubblicato uno studio dell’universita’ di Cambridge, secondo il quale il diabete raddoppia il rischio di malattie cardiovascolari, inclusi infarti e ictus. Una ricetta per tenere lontano il diabete esiste e si basa sulle ”4M”, che stanno per monitoraggio della glicemia, mangiare sano, movimento fisico e medicine (ipoglicemizzanti o insulina) per chi già ne soffre.

LA MALATTIA. Il diabete è una condizione per la quale l’organismo non è capace di utilizzare lo zucchero presente nel sangue e lo accumula alzando la glicemia. Lo zucchero viene prodotto dal fegato e dal cibo, soprattutto da alimenti ricchi di grassi. Quando il meccanismo funziona correttamente lo zucchero viene trasferito dal sangue alle cellule per mezzo dell’insulina, sostanza generata dal pancreas. Se l’insulina non c’è o non funziona (insulino-resistenza, cioè l’incapacità di alcuni organi a rispondere all’azione dell’insulina), lo zucchero rimane nel sangue (iperglicemia). L’iperglicemia deteriora le pareti interne dei vasi, contribuendo a occluderli. Questo dà luogo a complicanze micorvascolari a danno di occhi, reni ed estremità e macrovascolari (ictus e infarti).

DIABETE TIPO 1: in genere colpisce bambini e adolescenti ma anche adulti. Per questo tipo di diabete, il corpo non è più capace di produrre insulina o ne produce molto poca, le cellule non ricevono zucchero e non lo possono utilizzare per produrre energia. Per vivere si ha bisogno di somministrare insulina con piccole iniezioni. Non è ancora nota la causa dell’insorgenza di questa malattia. Alcune ipotesi propendono per la predisposizione genetica o infezioni causate da virus. Ogni anno in media 7 bambini tra 0 e 15 anni su 100.000 in Italia diventano diabetici tipo 1. In alcune regioni, come la Sardegna, il numero sale a 30 su 100.000.

DIABETE TIPO 2: di solito colpisce gli adulti, per lo più in sovrappeso ma l’età media si sta sempre più riducendo, fino a colpire anche i bambini. In questo caso, il corpo produce insulina in modo inadeguato, le cellule non sono in grado di utilizzarla e lo zucchero rimane in grande quantità nel sangue. Il 90% dei malati di diabete è affetto da questa tipologia. Puo’ essere curato con semplici modifiche nello stile di vita, ma spesso è necessario usare farmaci e, talvolta, insulina. Le principali cause sono l’obesità, la mancanza di attività fisica e la familiarità con la malattia.

BAMBINI FASCIA A RISCHIO: secondo l’Associazione Diabete Italia, il 22% dei bambini è  in sovrappeso e oltre il 7% è obeso. Dopo 25 anni di obesità una persona su due sviluppa il diabete, questo significa che il 50% dei bambini sara’ diabetico a 30-35 anni.

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