Paestum, nel tempio affacciato sul mare resuscita l’antica colonia greca consacrata al culto di Poseidon

"Per motivi ancora tutti da chiarire, il santuario viene abbandonato, tra la fine del II e l'inizio del I sec. a C"

di Redazione Blitz
Pubblicato il 15 Aprile 2023 - 11:43 OLTRE 6 MESI FA
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Paestum, lo scavo del tempio al tramonto (Ansa, foto Parco Archeologico)

Paestum, lo scavo rivela il tempio e il culto di Poseidon. Il basamento in pietra con i gradini d’accesso e la delimitazione della cella che ospitava la divinità, le decorazioni in terracotta colorata del tetto con i gocciolatoi a forma di leone, una straordinaria gorgone, una commovente Afrodite.

Paestum, nel tempio affacciato sul mare resuscita l’antica colonia greca

Ma anche sette stupefacenti teste di toro, l’altare con la pietra scanalata per raccogliere i liquidi dei sacrifici e centinaia di ex voto tra cui spiccano le immagini di un eros a cavallo del delfino che la fantasia potrebbe rimandare al mitico Poseidon, il dio che ha dato il nome alla città. A Paestum stanno rivelando grandi sorprese i lavori per riportare alla luce il santuario scoperto nel 2019 lungo le mura della città antica.

“Uno scavo che cambierà la nostra conoscenza della città antica”

Uno scavo, anticipa all’ANSA la direttrice del parco archeologico Tiziana D’Angelo, che promette di “cambiare la storia conosciuta dell’antica Poseidonia“.

Quasi insomma come una finestra aperta su un frammento lungo 500 anni della vita della città che i greci di Sibari fondarono nel 600 a.C e che poi passò sotto i lucani per diventare alla fine una colonia di Roma. Davvero un contesto unico che “accende una luce molto interessante sulla vita religiosa antica”, applaude dal ministero della cultura il dg musei Massimo Osanna.

“Quello che oggi ci troviamo davanti è il momento in cui il santuario, per motivi ancora tutti da chiarire, viene abbandonato, tra la fine del II e l’inizio del I sec. a C”, premette D’Angelo.

Il tempio fuori dalla città, vicinissimo al mare

Gli elementi di forte interesse “sono tanti”, si appassiona D’Angelo. Come l’ubicazione particolarissima di questo santuario. Costruito nella città, sì, ma lontano dal centro e dagli altri templi, giusto a ridosso delle mura.

Vicinissimo al mare, sul quale praticamente si affacciava. “Le navi che passavano se lo trovavano di fronte”, fa notare.

Il pensiero va agli amorini sul delfino e a una moneta romana del III sec.a.C che su un lato aveva proprio Eros a cavallo del delfino e sull’altro Poseidon. Che sia proprio questo il tempio intitolato al dio che ha dato nome alla città? D’Angelo scuote la testa. “E’ ancora presto per dirlo, ma l’ipotesi è estremamente interessante.