“Il Cavaliere e il Professore, par condicio involontaria”: Carlo Tecce sul Fatto

Pubblicato il 17 Gennaio 2013 - 13:44 OLTRE 6 MESI FA
“Il Cavaliere e il Professore, par condicio involontaria”: Carlo Tecce sul Fatto

ROMA – Carlo Tecce sul Fatto Quotidiano parla della par condicio involontaria in tv ai tempi della campagna elettorale. Blitz Quotidiano ha deciso di riprendere il pezzo come articolo del giorno.

Carlo Tecce scrive:

Ci sono vulgate e menate giornalistiche che cercano di elevare la campagna elettorale: l’arma segreta è Twitter, no Facebook, anzi Twitter più Facebook. Sbagliato. Perché le televisioni dettano il tempo, scrivono l’agenda e dischiudono le arene, più o meno per toreri, più o meno per corride. La televisione ha due padroni per costanza di apparizione e discontinuità di rendimento: Silvio Berlusconi e Mario Monti. Il Cavaliere e il Professore girano a tappeto le trasmissioni da più di un mese e adesso, per colpa di una par condicio che non piace a nessuno, devono cominciare a delegare le presenze, a prestare le poltrone, a schierare terze e quarte file.

Le dichiarazioni televisive, rese prima, durante e dopo un programma, per esempio le braccia incrociate di B. a Ingroia, rimbalzano sui giornali che le arredano con fotografie, pareri e opinioni che invecchiano in pochi minuti, appena comincia l’ennesima tribuna elettorale o il faccia a faccia tra i panchinari degli schieramenti in competizione. Anche Twitter e Facebook trascorrono in maniera passiva questi primi giorni di vera, e mediatica, campagna elettorale, che in versione invernale si fa ancora più distante dai cittadini e dal quel luogo metafisico che si chiama piazza.

La strategia di chi corre per recuperare, come Monti e Berlusconi, è l’esatto opposto di quella di Pier Luigi Bersani, che centellina le parole e le inquadrature, che vuole conservare la sensazione magica di aver imboccato lo stradone democratico con le primarie, pavesato di compattezza e privo di contraddizioni. PER IL MOMENTO, funziona sino a un certo punto. Fin quando Monti e Berlusconi, una coppia ormai, gli si scagliano contro per attaccarlo su Vendola o Fassina, il secondo diventato celebre oltre i propri meriti o demeriti perché, semplicemente, utile a una propaganda aggressiva del mite e sobrio ex rettore bocconiano. […]