Italianità forzata e soluzioni low cost: Gianni Dragoni sul Sole 24 Ore

Pubblicato il 5 Febbraio 2013 - 13:22| Aggiornato il 30 Maggio 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La vicenda Alitalia fa vedere che non sempre difendere l’italianità del prodotto porta buoni frutti all’Italia. Gianni Dragoni sul Sole 24 Ore ha pubblicato un commento dal titolo “Italianità forzata e soluzioni low cost”.

A 5 anni di distanza  dall’operazione Cai, Dragoni sostiene che forse sarebbe stato meglio vendere la compagnia aerea ai francesi di Air France. Operazione che non andò in porto per l’opposizione di Berlusconi e di tutti i sindacati italiani, nessuno escluso.

Dal maquillage nei conti, avviato dal cda Alitalia con lo scorporo del programma Millemiglia per creare l’illusione di una rivalutazione del patrimonio, al maquillage dell’Atr rumeno uscito di pista a Fiumicino. Una mano di vernice bianca ha fatto sparire la livrea di Alitalia e il tricolore dalla fusoliera del turboelica incidentato. E quel gesto assume un significato emblematico: la manina che ha ricoperto i colori e il marchio dell’Alitalia ha cancellato anche i simboli di un’italianità forzata.

Quella voluta nel 2008 da Silvio Berlusconi per respingere, ci riuscì con il concorso dei sindacati, dalla Cgil di Guglielmo Epifani all’Ugl di Renata Polverini, un’offerta di Air France-Klm che avrebbe comprato dal governo Prodi l’Alitalia pubblica prendendosi tutti i debiti finanziari, rimborsando le obbligazioni convertibili, lasciando a casa 2.200 lavoratori e non 7mila come ha fatto la Cai, la cordata italiana dei «Capitani coraggiosi» ()