INDIA-PAKISTAN: A RISCHIO PROCESSO DI PACE DOPO ATTENTATI

Pubblicato il 30 Novembre 2008 - 00:53 OLTRE 6 MESI FA

Mumbai_demo L’India sta valutando l’ipotesi di sospendere il processo di pace avviato nel 2004 con il Pakistan in seguito agli attentati di Mumbai che, secondo New Delhi, ha visto coinvolti terroristi provenienti dal Pakistan. Secondo fonti governative citate dalla stampa indiana, nel governo indiano sta radicandosi l’opinione di «sospendere il processo di pace e mandare in frantumi il dialogo per dimostrare che l’India non è intenzionata a prendere alla leggera la carneficina di Mumbai». Per le fonti, «il primo ministro Manomahan Singh è convinto che il Pakistan non ha mantenuto la promessa fatta al più alto livello di mettere fine al terrorismo diretto in India». Una serie di incontri ad alto livello si svolgeranno nei prossimi giorni per decidere come agire, aggiungono le fonti.

PAKISTAN MINACCIA DI SPOSTARE TRUPPE – Un alto esponente dell’esercito pakistano ha minacciato un possibile spostamento delle truppe dal confine con l’Afghanistan a quello indiano se New Delhi continuerà a «incolpare il Pakistan» per gli attacchi a Mumbai e a rafforzerà la presenza militare al confine pakistano. Il premier pakistano Yousaf Raza Gilani ha annullato una visita a Hong Kong a causa dell’aumento della tensione tra India e Pakistan. Un comunicato del ministero degli Esteri rende noto che il governo sta avendo contatti con Paesi amici per spiegare la posizione pakistana. «Il Pakistan è stato uno dei primi Paesi che ha condannato con forza gli attacchi e ha offerto assistenza. Il Pakistan è tra le vittime del terrorismo», si legge nel comunicato.

USA VOGLIONO EVITARE AZIONI MILITARI – La minaccia di una diminuzione dei controlli su talebani e Al Qaeda che trovano rifugio nella zone tribali pashtun al confine Pakistan-Afghanistan, starebbero spingendo gli Stati Uniti a cercare di dissuadere l’India da un’eventuale risposta militare al Pakistan. Sia dall’amministrazione Bush che dalla squadra di Obama sono arrivati appelli alla moderazione al premier Singh, pressato da chi vorrebbe un’azione militare in Kashmiir contro i campi di addestramento di Lashkar-e-Toiba, considerato responsabile degli attacchi a Mumbai, ma che si trovano nel territorio controllato dal Pakistan.