Marchini quando era gay-friendly. Prima della visita al Papa

Marchini, quando era gay-friendly. Prima della vista al Papa
Marchini, quando era gay-friendly. Prima della vista al Papa

ROMA – Verba volant… Ma, e bisogna ringraziare per una volta Twitter, i cinguetti digitali restano. L’Alfio Marchini, il candidato sindaco di centrodestra a Roma, che ieri ha dichiarato che non celebrerà le unioni civili una volta eletto, è lo stesso Marchini che due mesi fa twittava con orgoglio “da sindaco non tollererò più che una coppia gay non possa passeggiare tranquillamente al Colosseo come avveniva in passato”?

A parte che non risulta un passato così tollerante da essere rimpianto, sì, la firma è la stessa. A La Zanzara qualche mese prima era stato netto sulla questione: “Farei anche un registro per le coppie gay perché ci vuole un riconoscimento civile per le coppie omosessuali”. Ma appunto, verba volant.

Oggi, sempre su twitter, si è sentito in obbligo di rettificare, perché non poteva smentire, il senso della visita privata da Papa Francesco di tre giorni come è stata raccontata da Amedeo La Mattina sulla Stampa. “La ricostruzione fatta dal quotidiano La Stampa di oggi secondo cui tre giorni fa avrei incontrato il Santo Padre accompagnato dal senatore Quagliariello è falsa e destituita di ogni fondamento. Sarebbe cosa saggia e seria verificare prima di scrivere tali fesserie”. Parole nette, di nuovo.

Definitive, come quelle dei vescovi di ieri dopo la blindatura alla Camera del testo finale della legge sulle unioni civili che si vota oggi con la fiducia: “Una sconfitta per tutti”. Per carità, nessuno immagina chissà quali scambi di favori, fra l’altro con Francesco è finita la stagione dei “vescovi-pilota” che indirizzano le scelte politiche, il modello Ruini appartiene ormai al passato.

Marchini era accompagnato dal senatore Gaetano Quagliariello che in Vaticano ha molti agganci essendo stato in prima fila a tutti i Family Day e nelle battaglie contro l’utero in affitto, il caso Englaro e le unioni civili. L’incontro con il Santo Padre ha funzionato come l’illuminazione sulla via di Damasco. Non è che il Pontefice gli abbia promesso qualcosa in termini di sostegno alla campagna elettorale. Nulla di tutto questo. Di questo non si parla con Francesco. Tuttavia essere ammesso a visita privata non è poca cosa, non è da tutti. È un segnale ben preciso, una sorta di viatico. Come se le alte e altissime sfere Oltretevere gli avessero detto «vai, figliolo, siamo con te». (Amedeo La Mattina, La Stampa)

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