Filippo Nigro: “E’ l’ora della piazza, l’articolo 18 va difeso”

Pubblicato il 3 Maggio 2012 - 17:56 OLTRE 6 MESI FA

Filippo Nigro (Foto Lapresse)

ROMA – Quarant’anni, tre figli, una passione per le due ruote: “Ho un’Honda 650 che i miei non mi volevano comperare…non è il modello più figo, piuttosto un tipo di nicchia, pesante, nervoso ma con una bella storia”. Così Filippo Nigro si racconta sulle pagine di Max e sul nuovo canale di Gazzetta.it “Altre passioni”. È reduce dalle riprese di “E la chiamano estate” accanto a Isabella Ferrari: “Non ho ancora visto il film finito, sono curioso. C’è una scena di nudo ma non è stata la più difficile. Peggio quella in cui mi masturbo guardando mia moglie con un altro. Impensabile…Nei locali per scambisti dove sono stato a farmi una cultura non mi sono eccitato granché… Tra le mie varie psicosi c’è l’ipocondria, avrei il terrore delle infezioni”.

Famiglia e lavoro: “L’assenza prolungata da casa mi spiace ma sarei ipocrita se non ammettessi che staccare dalla famiglia aiuta. Quando sono a Roma sono alla mercé di tutti, i miei figli, mio padre… Ho sempre detto a mia moglie che avrei voluto molti bambini, questo l’ha fatta sentire sicura di me. Poi ne abbiamo perso uno al settimo mese, è stata dura. Eravamo a un passo dalla fine…in quel momento mi sono scoperto più forte del previsto”. Cresciuto a sinistra, parlerebbe per ore di politica: “Prima mi appassionava di più: ho votato Pci varie volte, erano altri tempi. Questa è l’ora della piazza. Per esempio in difesa dell’articolo 18”. Paure: “La peggiore quella dell’aereo. Ricordo un Roma Palermo con Giovanna Mezzogiorno accanto: mi scese una lacrima, lei cercò persino di tenermi la mano. Adesso che devo pensare a tenere calmi i miei figli, devo stare tranquillo per forza”.