Tutto quello che poteva conquistare è l’ha ottenuto, mancherebbe solo una candidatura agli Oscar. “La prima cosa bella” di Paolo Virzì finora ha avuto successo agli Open Roads di New York, è in concorso al prestigioso festival di Shanghai, è già stato vincitore di tre David di Donatello (Miglior Sceneggiatura, Miglior Attore Protagonista, Miglior Attrice Protagonista), e candidato a 10 Nastri d’argento, ottenendo incassi italiani intorno ai 7 milioni di euro e ora l’uscita in dvd . “Il film sta avendo buone vendite internazionali – dice all’Ansa Virzì -: in paesi di lingua spagnola, ci sono trattative in Francia e anche in Usa con la Sony dove dunque potrebbe uscire”.
E poiché ci sono già indiscrezioni su un’eventuale candidatura italiana della Prima cosa bella agli Oscar, con tutte le scaramanzie del caso, Virzì risponde ‘speriamo’. “Questo mio film sta avendo tanti riconoscimenti perché è un film affettuoso, che aiuta a guardare dentro eventi tragici come la morte di un genitore pensandolo anche come un fatto di vita e di rinascita. Nell’essere tutti genitori e tutti figli in questo film ci specchiamo più o meno intensamente”, racconta Virzì, neo papà di Jacopo, nato il 1 marzo dall’unione con Micaela Ramazzotti, l’ottima giovane interprete del film insieme a Stefania Sandrelli (entrambe condividono la candidatura ai Nastri d’argento), Valerio Mastandrea e Claudia Pandolfi.
Virzì, che è tornato dal viaggio americano per gli Open Roads, dice che “al cinema italiano dobbiamo credere di più, dovremmo esserne più orgogliosi perché in una situazione critica come la nostra, con poche risorse, riusciamo a fare film che vanno bene al nostro botteghino, con una quota nazionale del 30-35% molto degna e che all’estero apprezzano moltissimo. Non parlo ovviamente solo del mio film”. Unico neo, italiano ma anche globale, riguarda la pirateria, “bisogna fare di più e meglio, far capire che è un reato che fa male a tutti perché taglia risorse e posti di lavoro e bisogna far capire a chi pensa di fare download gratuito su internet che c’é chi, ossia i provider e gli operatori telefonici, si arricchiscono su questo”.
L’operazione Disney con Alice in wonderland che mira a tagliare la pirateria accorciando la cosiddetta finestra tra l’uscita al cinema e l’home video e la pay-per-view è “una buona idea, bisogna far sentire sfigati quegli autolesionisti che preferiscono vedere un film rubato con la telecamera che ballonzola e i colpi di tosse”. Paolo Virzì, ad un nuovo progetto cinematografico ancora non pensa, medita “vacanze esotiche a Livorno” e lavora al debutto a teatro il 15 marzo 2011 all’Eliseo di Roma come autore e regista con ‘Se non ci sono altre domande’ con Silvio Orlando.