Russell Crowe è morto, ma “resuscita” su Twitter e dice: “E’ una bufala, sto bene”

Russell Crowe

Russell Crowe è morto tragicamente cadendo da un dirupo in Austria, sui monti di Kitzbuhel. I fan vanno in delirio, su internet inizia il tam tam, su radio e tv  si diffonde la notizia. Ma ecco che arriva il miracolo “Twitter”. L’attore resuscita e scrive: “Sto bene e spero di vivere ancora per molto tempo”. Nonostante la smentita i siti continuano a riprendere la notizia incuranti della bufala.

Crowe non è certo la prima vittima di queste notizie-bufala, che sfruttano le notizie via rete sullo star sistem per diffondere invece i virus o per beffeggiare le testate giornalistiche. Esiste, infatti, anche un sito per provare il macabro gioco del far morire una celebrità: si chiama Fake a Wish e già dalla sua homepage, inserendo nome e cognome della celebrità offre una serie di possibilità per confezionare una news sulla morte del malcapitato prescelto. Un incidente in montagna, un annegamento cadendo in mare dallo yacht, una malattia che vede l’attore ospedalizzato senza speranze: la notizia è sempre verosimile e riporta ora esatta del decesso, il commento della polizia locale, le reazioni di parenti e amici.

I primi attori caduti tra i “morti per finta” sono:  Will Ferrell (che ha recitato per esempio nel remake del telefilm Starsky & Hutch) nel 2006 fu dato per spacciato dopo un incidente in parapendio; Paris Hilton sarebbe morta in cella; di Britney Spears a giugno 2009 si annunciò il decesso via Twitter; il cantante Rick Astley sarebbe perito subito a ruota di Michael Jackson e così via.

Ma anche in Italia nomi noti non mancano: su Lino Banfi qualche mese  si sparse la triste notizia, indimenticabili gli scongiuri in diretta tv. Prima ancora ci furono i falsi decessi di Gianni Morandi, Sophia Loren o il finto suicidio di Monica Vitti, annunciato in uno straziante coccodrillo addirittura dalle pagine di “Le Monde”.

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