Amsterdam ultima chiamata: “canna” e coffee shop vietati agli stranieri

di Riccardo Galli
Pubblicato il 31 Maggio 2011 - 15:42 OLTRE 6 MESI FA

Una turista fuma marijuana in un coffee shop ad Amsterdam (Ap-Lapresse)

AMSTERDAM – Olanda ultima chiamata. Gli amanti del genere corrano e si sbrighino. Questa è l’ultima estate per andare ad Amsterdam e farsi una “fumatina” sorseggiando un the e mangiando, magari, una space cake. Alla fine di questa stagione infatti i coffee shop, i locali olandesi dove è possibile acquistare marijuana o hashish, diventeranno luoghi off limits per gli stranieri. Club privati con accesso consentito ai soli soci che potranno essere esclusivamente olandesi.

Non è la prima volta che un annuncio simile scuote i fumatori di tutta Europa. Era successo nel 2009 e comunque, da sempre, si tema che il paese della “canna” libera possa cambiare la sua legislazione. Ma stavolta gli olandesi sembrano far sul serio. Il governo conservatore del premier Rutte, sotto la doppia pressione della destra radicale di Geerd Wilders e dei paesi confinanti che non hanno mai gradito che a pochi chilometri da loro fosse legale quello che altrove era proibito, ha varato la riforma. Una severa legge antidroga che pone appunto duri limiti anche ai coffee shop. E che alla fine dell’estate entrerà in vigore. I coffee shop non chiuderanno. In Olanda si potrà continuare a fumare ma solo registrandosi, e su questo aspetto legato alla privacy gli olandesi forse dovranno riflettere, e solo essendo concittadini di Van Gogh.

La fine del turismo dell’erba, la fine di un’epoca per una generazione o almeno per una parte cospicua di essa. I primi coffee shop aprirono ad Amsterdam negli anni 70 e tutti quelli che hanno oggi tra i 20 e i 50 anni, se non sono andati in prima persona a provare l’ebbrezza del fumo libero, hanno almeno un amico che gli ha proposto di andare.

Finora in Olanda possesso e consumo di hashish o marijuana non erano autorizzati esplicitamente, ma comunque tollerati entro certi limiti: nei coffee shop potevano essere immagazzinati fino a 500 grammi, anche se poi polizia e gendarmeria non andavano mai a controllare e pesare pacchi d’erba e pani di hashish. Fino a 5 grammi il consumo era accettato. La nuova legge non introduce divieti espliciti, ma imporrà ai coffee shop, che sono circa 670 in tutto il regno, di trasformarsi in club privati. Potranno continuare a vendere hashish e marijuana, ma solo ai membri. Gli stranieri saranno esclusi: solo cittadini olandesi maggiorenni potranno diventare membri dei club del joint tollerato nel chiuso del locale, ha spiegato il ministro della Giustizia Ivo Opstelten.

“Quello dei coffee shop è un movimento per la cultura della dignità umana”, ha spiegato più volte un leader storico dell’ambiente, Nol van Schaik. “Fin dall’inizio, abbiamo aiutato a tenere lontani dalle droghe pesanti i giovani che vogliono farsi una fumatina”. Logica forse ambigua, ma finora, dicono i gestori dei coffee shop, ha funzionato: chi poteva andare in un locale, bere un the e ordinare uno spinello, non era in balìa di spregiudicati spacciatori sempre pronti a proporre a sorpresa il primo assaggio di droghe pesanti. “Sappiamo bene che a causa della nuova legge le entrate del turismo rischieranno di calare, specie nelle grandi città, ma vogliamo combattere la criminalità organizzata”, dicono i portavoce governativi. Sciocchezze, ribattono i partiti d’opposizione: gli unici ad avvantaggiarsi del muro dei coffee shop saranno gli spacciatori.

La questione è sempre la stessa. La legalizzazione delle droghe legali è giusta o meno? Aprire questo mercato marginalizza l’uso delle droghe pesanti? I sostenitori della marijuana libera rispondono ad entrambe le domande affermativamente, mentre chi è contrario sostiene invece che rendere libero l’accesso alle droghe, se pur leggere, è negativo. Di vero c’è di sicuro che, come sempre accade quando c’è una forte domanda, qualcuno si incaricherà di rispondere, in termini economici. In Olanda continuerà ad essere legale coltivare marijuana per rifornire i neonati club, e ci sarà una platea di potenziali acquirenti, in quegli stessi paesi limitrofi che hanno per anni invocato un a stretta, pronta ad acquistare. La possibilità che il mercato oggi legale prenda vie illegali, è forte. Certo Amsterdam sarà una città più “elegante e per bene” senza il turismo del fumo, anche se un po’ più povera economicamente. Come che sia, per i fumatori, è ora di prenotare per il loro ultimo viaggio nel paese dell’erba libera.