Libertà di stampa non copre intercettazioni frequenze radio polizia

Libertà di stampa non copre intercettazioni frequenze radio polizia
Libertà di stampa non copre intercettazioni frequenze radio polizia

ROMA – Usavano le radioline scanner per ascoltare le comunicazioni radio delle forze dell’ordine e arrivare magari per primi sulla scena del crimine. Per questo tre giornalisti italiani del quotidiano telematico Merateonline sono stati condannati in via definitiva. E ora anche la Corte europea dei diritti umani gli ha dato torto respingendo il ricorso presentato nel 2009.

La condanna, hanno risposto i giudici di Strasburgo all’unanimità, non lede il loro diritto alla libertà di stampa e d’espressione. L’ascolto delle frequenze libere delle forze dell’ordine è illegale.

Si chiude così la vicenda per il direttore, Claudio Brambilla, e i due redattori, Daniele De Salvo e Fabrizio Alfano. Assolti in primo grado, condannati in appello, si sono visti poi confermare la pena in Cassazione. E ora lo schiaffo anche dei giudici europei.

I tre sono stati ritenuti colpevoli, dalla Suprema Corte, di avere in redazione (come scoprirono i carabinieri con una perquisizione, nel 2002) le radioline che moltissimi cronisti di cronaca nera sono soliti usare per arrivare tempestivamente “sul posto”, cioè sul luogo di un omicidio o di un incidente. Lo stesso Roberto Saviano nel suo libro Gomorra, racconta delle notti trascorse incollato alla radio scanner.

Verrebbe legittimamente da chiedersi, ma allora perché le radioline scanner sono liberamente in vendita?

 

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