Regno Unito, l’ex consulente di Boris Johnson: “Contagiati da spagnoli e italiani. Mentre bloccavamo i cinesi”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Giugno 2020 - 13:33 OLTRE 6 MESI FA
Coronavirus Regno Unito, record di morti in 24 ore: 492

Coronavirus Regno Unito, record di morti in 24 ore: 492 (foto Ansa)

ROMA – E’ stata la diffusione “dalla Spagna e in qualche misura dall’Italia“, inizialmente sottostimata rispetto al timore d’importare contagi dalla Cina, il punto di partenza della proliferazione dell’epidemia nel Regno Unito.

Dove poi il totale delle vittime da Covid-19 ha raggiunto numeri record.

A sostenerlo è il professor Neil Ferguson, epidemiologo dell’Imperial College di Londra ed ex consulente del governo di Boris Johnson i cui modelli sono stati decisivi per convincere il premier ad adottare (con un certo ritardo, secondo molti) le restrizioni del lockdown a partire dal 23 marzo.

Ci stavamo preoccupando della Cina e di altri Paesi asiatici – ha affermato Ferguson in un’audizione alla Camera dei Lord ripresa oggi dai media -.

Mentre ora è chiaro che centinaia se non migliaia di persone infette stavano entrando nel Regno Unito dalla Spagna, e in una certa misura dall’Italia, tra fine febbraio e inizio marzo, prima che un sistema di sorveglianza fosse in piedi”.

Un fattore sfuggito in un primo tempo non solo ai controlli, ma anche ai calcoli delle sue previsioni.

Secondo il team di Ferguson – costretto il mese scorso a dimettersi dal Sage, l’organismo medico-scientifico chiamato a consigliare l’esecutivo sull’emergenza, per aver incontrato la sua amante in violazione del lockdown – le restrizioni, se adottate con rigore prima di fine marzo, avrebbero dovuto consentire di contenere i morti per Covid nel Regno attorno a 20.000.

Invece il totale è già salito a quasi 40.000 secondo i conteggi del ministero della Sanità dei soli casi certificati dal tampone e a quasi 50.000 secondo le stime dell’Ons, l’Istat britannico.

Record europeo in cifra assoluta, nonché secondo dato peggiore al mondo dopo gli Usa.

Rischio ancora alto, focolai in ospedali e Rsa

E il rischio, a dispetto del controverso avvio di un alleggerimento del lockdown sull’isola deciso dal governo Johnson, è ancora significativo secondo l’accademico dell’Imperial College.

Ma questa volta a causa dell’effetto di spargimento – tutt’altro che esaurito nelle sue parole – dei focolai interni creatisi in ospedali e case di riposo.

Focolai che – nonostante la flessione della curva complessiva dei nuovi contagi delle ultime settimane, peraltro non uniforme in tutti i territori del Regno – continuano a mietere vittime Oltremanica a una media di oltre 200 morti al giorno.

Ben più, ormai, che in Spagna o in Italia. (fonte Ansa)