KIEV – I killer che nel 1996 uccisero il deputato e uomo d'affari Ievgheni Sherban all'aeroporto di Donetsk furono pagati con denaro delle aziende controllate da Iulia Timoshenko, allora a capo della Sistemi energetici uniti d'Ucraina, e dall'allora premier Pavlo Lazarenko. E' quanto affermato dal vice procuratore generale, Renat Kuzmin, in un'intervista televisiva.
"I soldi – ha detto Kuzmin – arrivarono sui conti correnti degli assassini dalle aziende appartenenti a Lazarenko e Timoshenko. Le aziende erano controllate da queste due persone". Il vice procuratore generale ha quindi sottolineato che a quell'epoca "Timoshenko e Lazarenko detenevano il monopolio della distribuzione del gas in Ucraina come partner d'affari", Timoshenko "era un monopolista del gas, e il primo ministro Lazarenko la supportava, mentre Sherban era tra le persone che si opponevano a questo gruppo".
Da quando il suo acerrimo rivale politico, Viktor Ianukovich, è stato eletto presidente, contro Timoshenko sono state aperte numerose inchieste, alcune delle quali, in passato già archiviate, la vedono accusata di malversazione di fondi pubblici ed evasione fiscale per fatti risalenti agli anni '90. L'eroina della Rivoluzione arancione è dietro le sbarre dal 5 agosto scorso e a ottobre è stata condannata a sette anni di reclusione per abuso di potere per un controverso contratto per le forniture di gas siglato con Mosca quando era premier.