Abogados. Laureati qui, in Spagna diventano avvocati. Ammetterli o no all’Albo?

Pubblicato il 5 Febbraio 2013 - 13:38| Aggiornato il 30 Maggio 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Conseguono la laurea in giurisprudenza in Italia, ma diventano avvocati in Spagna. Sono gli “abogados“, che poi tornano in Italia e chiedono l’iscrizione “automatica” all’elenco speciale degli avvocati stabiliti. Un modo che permette l’accesso all’Albo della professione senza passare dal praticantato e dall’esame di Stato. Ora il Consiglio Nazionale Forense, Cnf, si chiede se questo metodo rappresenti un‘abuso del diritto comunitario. Domanda che è stata rivolta direttamente alla Corte di Giustizia dell’Unione europea.

L’ipotesi di abuso del diritto comunitario avanzata dal Cnf nasce dal fatto che in Italia la regolare iscrizione all’Albo, necessaria per la pratica della professione forense, è il superamento di un esame di Stato. Il Cnf chiede ora che i Consigli degli Ordini locali possano rifiutare le domande di iscrizione da parte degli “abogados” e di poter eseguire delle verifiche, ad esempio se gli avvocati italiani in Spagna abbiano sostenuto cause o svolto il tirocinio.

Il Cnf  ha infatti sottolineato che gli “abogados” italiani e la loro richiesta di iscrizione costituirebbe un’ipotesi di “abuso del diritto”, vietato dall’articolo 4 del Trattato Ue e nell’ordinanza ricorda come sia la stessa giurisprudenza comunitaria a riconoscere alle autorità nazionali competenti (in questo caso i Consigli dell’Ordine) il diritto e il dovere di accertare un eventuale abuso del diritto in caso di indici di anomalia.

Il Cnf ha anche inviato una nota all’Antitrust per informarla della ordinanza e segnalare “messaggi pubblicitari ingannevoli” diretti a promuovere servizi finalizzati al conseguimento in Spagna del titolo di avvocato già oggetto del provvedimento sanzionatorio adottato dalla medesima Autorità il 23 marzo 2011 su segnalazione del Cnf.

La posizione del Consiglio forense è chiara: con seguire la laurea in Italia ed il titolo in Spagna, saltando così l’esame di Stato, “è una violazione della concorrenza da parte degli abogados cittadini italiani in danno di quei cittadini italiani che, per diventare avvocato, accedono a un percorso di studio articolato e sostengono un esame di abilitazione”.